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2010 – L’EQUINOZIO D’AUTUNNO – Sezze

 2010 – L’EQUINOZIO D’AUTUNNO – Sezze

Giovedì 23 settembre 2010, alle ore 09:30-12:30

CENTRO CALABRESI

Via Guglielmo Marconi – Sezze (Latina)

PROGETTO

L’EQUINOZIO D’AUTUNNO

Evento organizzato dal Museo del Giocattolo di Sezze (Latina) in collaborazione con l’Associazione Pontina di Astronomia – Latina-Anzio-Nettuno (APA-lan) e si svolge presso il Centro Sociale “U Calabresi” – Via Guglielmo Marconi – Sezze (Lt)

giocattoli

Per l’occasione vengono invitati a partecipare alunni di scuole elementari di Sezze.

La manifestazione è dedicata alla comprensione dell’Equinozio d’Autunno e delle stagioni, a questo provvede Andrea Miccoli dell’Associazione Pontina di Astronomia che, con strumenti didattici unici, ideati e costruiti da lui stesso (Rotogeo, Eliogiro), permetterà alla giovane platea di comprendere il perché delle stagioni ed il significato degli equinozi.

Rotogeo

Rotogeo

 

Eliogiro

Eliogiro

Durante la mattinata ci saranno altri interventi, che saranno inseriti in questa pagina appena pronto il programma dettagliato.

Analoga manifestazione sarà organizzata per il 18 marzo 2011, per l’Equinozio di Primavera… Ma per questo daremo dettagli più in là.

INGRESSO LIBERO

Info: Per APA-lan: Andrea MICCOLI   cell 347 57 75 180

La Locandina

LocandinaLocandina

RICORDI

PASQUA E LE SCOPERTE PASQUALI

PASQUA E LE SCOPERTE PASQUALI

Cari amici ciechi ed ipovedenti,

purtroppo  il mese di marzo è passato senza darmi la possibilità di realizzare  questo importante appuntamento che ho con voi. Un brutto evento me l’ha impedito. Me ne dispiace.

Il mese di marzo porta con sé  l’Equinozio di Primavera che è il punto dell’orbita dove la Terra quest’anno è arrivata il giorno 20 marzo alle ore 16.57.

Dell’equinozio abbiamo detto tutto nella pillola di settembre 2013 ma quello era l’equinozio autunnale, questo di marzo è il momento in cui entra ufficialmente la primavera che è la stagione del risveglio della natura dopo il lungo letargo invernale.

A questo risveglio della natura è stata legata la data della Pasqua.

Mentre l’Equinozio  di Primavera  da un anno all’altro si sposta solo di 6 ore (per l’anno bisetile),  la data della Pasqua varia  di molti giorni  perché dipende dalla fase lunare.

Vediamo come nasce  la data della Pasqua:  subito dopo l’equinozio di primavera che viene sempre il 20 marzo, si aspetta la prima  Luna Piena. 

La prima domenica dopo la Luna Piena è Pasqua.

Facciamo due esempi, uno della Pasqua vicina e l’altro della Pasqua lontana.

Pasqua vicina:  20 marzo equinozio di primavera. 20 marzo Luna Piena, se il 21 marzo è Domenica  è anche  Pasqua.

Pasqua lontana: 20 marzo Equinozio di Primavera.  

Supponiamo che il giorno prima,19 marzo,  c’è stata la Luna Piena.

La prossima Luna Piena ci sarà 30 gg. dopo  e cioè il 18 aprile.

Se il 18 aprile fosse  lunedì  la Pasqua sarà il 25 aprile.

Quindi la data della Pasqua può cadere in un giorno qualunque tra il 21 marzo -Pasqua vicina-  ed il 25 aprile -Pasqua lontana-.

Non prima e non dopo queste date.

Cambiamo argomento.

Ora vi parlo di una scoperta molto importante che il 17 marzo ha sconvolto il mondo scientifico:  la scoperta delle onde gravitazionali del Big Bang.  

Parliamo di quasi 14 miliardi di anni fa, quando è nato l’Universo.

Quel grande botto ha cominciato a propagarsi, non come rumore acustico ma come vibrazioni della forza di gravità.

Impiegando particolari telescopi situati al Polo Sud gli scienziati sono riusciti non a vedere ma solo ad intuire queste onde gravitazionali.  

Non una  scoperta, diretta,  chiara  ed inequivocabile ma solo una prova indiretta che ancora deve avere l’avallo della comunità scientifica internazionale.

In effetti  non si parla proprio dell’attimo del Big Bang ma di un attimo dopo il Big Bang cioè quando c’è stato il momento dell’Inflazione.

Quindi per precisione dobbiamo dire che  parliamo delle onde gravitazionali  scaturite da quel grande evento che ha sconquassato il nascente universo e che si chiama  di inflazione. 

Cosa vuol dire “l’inflazione c’è stata un attimo dopo il Big Bang?” Quanto tempo dopo il Big Bang?            

Un tempo brevissimo.

Così breve che è difficile anche  immaginarlo.  

Con la matematica si scrive e si dice 10 elevato alla -35 secondi.

Per capire quanto è piccolo questo tempo bisogna tenere presente che 10 elevato alla   -1   è un decimo di secondo, 10 elevato  alla   -2  è  un  centesimo  di  secondo, 10 elevato alla  -3 è un millesimo di secondo, 10 elevato alla -35 è un … provate ad immaginare …

Lo so, ha dell’incredibile ma è qualcosa su cui gli scienziati  sono (quasi) tutti d’accordo. 

Ma che cosa è stata l’inflazione? Insomma cosa è successo in quell’attimo così vicino al Big Bang?

In quell’attimo c’è stata una  immediata, abnorme e violenta espansione dell’Universo che è diventato molto simile a come noi lo vediamo oggi.

Prima, durante e dopo il Big Bang non si conosce nulla fino al momento dell’inflazione, da quell’attimo in poi molte cose sono chiare e qualcosa,  forse, si comincia anche a vedere, a dimostrazione che le ipotesi della scienza erano giuste.

Aspettiamo che la comunità scientifica internazionale, facendo esperimenti  indipendenti,  rigorosi e controllabili,  trovi la conferma a questa scoperta e se così sarà, sicuramente  sentiremo parlare di premio Nobel. 

Altro argomento.

Nuovo pianetino nel Sistema Solare

Un’altra scoperta importante, ma di portata più limitata, è stata fatta nel sistema solare. E’ stato scoperto un altro pianetino, un pianeta nano come  Plutone, ancora più piccolo ma molto più distante.

E’ stato chiamato 2012 VP113 che è  un nome tecnico e provvisorio.

E’ piccolissimo, ha un diametro di circa 500 km, (il diametro della Luna è di 3400 km).  

Nel sistema solare è il corpo più lontano dal Sole, la sua distanza quando è al perielio è pari a 80 volte la distanza Terra-Sole cioè  circa 12 miliardi di km.

Quando si trova all’afelio, la sua distanza  dal sole è di circa 70 miliardi di km: dieci volte la distanza di Plutone.  

Per fare un giro intorno al Sole ci mette circa 4.500 anni.

I pianeti-nani diventano sempre più numerosi, perché migliora  sempre di più la tecnologia dei telescopi con cui si scruta lo spazio più lontano dove questi si trovano.

Una volta queste ricerche venivano effettuate spendendo faticosissime nottate di osservazioni al telescopio,  tenendo l’occhio incollato all’oculare e stando al freddo gelido perché i telescopi per la ricerca sono situati tutti  in montagna  e senza copertura perché l’osservatorio deve stare -ovviamente-  aperto e senza  stufette perché l’aria calda con la sua turbolenza, quando passa davanti al tubo del telescopio rende  instabile e quasi impossibile la visione.

Oggi invece in montagna ci sono i telescopi con i sensori elettronici che da soli,  in modo automatico, oppure guidati da lontano elettronicamente, appena vedono che nel campo inquadrato varia qualcosa in luminosità o movimento (un asteroide, una cometa, una supernova, ecc.)  suonano l’allerta a casa dell’astronomo che può stare al calduccio a centinaia di km di distanza.

Attualmente i pianeti nani oltre al nuovo arrivato sono: Plutone, Sedna, Quaoar, Eris, Varuna, Haomea, Makemake e Orcus.  

Plutone è  stato dichiarato pianeta nano  nel 2006 per le troppe differenze con gli altri pianeti.

Per prima cosa le sue dimensioni e la sua massa: troppo piccole, più simili a quelle di un grosso asteroide piuttosto che ad uno degli altri otto pianeti.

E poi la sua orbita assolutamente troppo inclinata: 17 gradi. Troppi, più del doppio di Mercurio che ce l’ha inclinata di 7 gradi.

Che vuol dire “orbita troppo inclinata?”

Tutti i pianeti girano intorno al Sole stando più o meno sullo stesso piano, ma nessuno sta sullo stesso piano della Terra.

Tutti girano intorno al Sole, tutti hanno il Sole come centro di gravità delle loro orbite ma ognuno ha la propria orbita diversamente inclinata rispetto alle altre.

Facciamo un esempio: prendete un’arancia e mettetela al centro del tavolo davanti a voi, quello è il Sole.

A fianco al sole mettete sul tavolo il tappo di una bottiglia di plastica, questo tappo rappresenta la Terra.

Il tavolo rappresenta il piano dell’orbita della Terra,  su questo piano c’è soltanto il Sole al centro e la Terra che gli gira intorno, nient’altro.

Tutti gli altri pianeti hanno ciascuno la propria orbita, tutte le orbite hanno lo stesso centro: il Sole, ma nessuna orbita combacia con un’altra orbita.

Quindi, sul tavolo davanti a voi si svolge tutta intera l’orbita della Terra  ma  tutte  le altre orbite  si svolgono per metà sotto  e per metà sopra il tavolo, in aria,  in direzioni diverse e con angolazioni diverse, vicinissime al tavolo ma nessuna giace sul tavolo.

Dove il pianeta buca il tavolo andando da sotto a sopra, quello è il suo nodo ascendente, dove  buca il tavolo mentre va da sopra a sotto quello è il nodo discendente.

Se per ogni orbita uniamo questi due punti, in mezzo troviamo sempre il Sole.

Se non avete capito nulla non vi preoccupate, è normale.

Capire con le parole fenomeni che avvengono nelle quattro dimensioni non è  facile come non è facile spiegarli. Forse non avrei dovuto provarci ma la voglia è tanta.

Per questo ho costruito tanti strumenti per l’astronomia.

Quando le parole da sole non bastano per rendere godibile un fenomeno celeste, lì ci vuole la giusta strumentazione didattica.

Per i vedenti ci sono parecchi strumenti negli osservatori, nei planetari, ecc., ma per i ciechi penso di essere l’unica persona  ad aver realizzato un parco strumenti per la tiflodidattica dell’astronomia così vasto e fruibile che è molto apprezzato anche dai vedenti e soprattutto nelle scuole dove maggiormente svolgo la attività didattica per hobby e per passione.

La settimana  che quest’anno 2014 sarà dedicata tutta ai ciechi ed ipovedenti sarà dal 21 al 26 luglio  e si chiamerà “Seminario di Astronomia per Ciechi ed Ipovedenti  2014”.

Non ci sarà solo l’astronomia, sarebbe una tortura passare una settimana intera a sentire sempre la stessa voce, sarà una settimana di vacanze completa di gite, visite ed uscite pomeridiane e serali.

Tra qualche giorno vi manderò il programma con tutti i dettagli necessari per fare l’iscrizione.

Solo otto partecipanti. Se le richieste fossero di più ripeteremo il seminario a settembre.

Un caro saluto a tutti,

Andrea Miccoli. 

EQUINOZIO D’AUTUNNO  

EQUINOZIO D’AUTUNNO  

Carissimi amici ciechi ed ipovedenti,

siamo a settembre, il mese dell’Equinozio d’Autunno, è ovvio quindi che parleremo principalmente di questo avvenimento.

Innanzi tutto: cosa vuol dire EQUINOZIO? Da dove viene questa parola?

Anche Equinozio -come Solstizio- viene dal latino, viene da aequa-nox che significa “notte equa, notte uguale” …. notte uguale al giorno o meglio, al dì.

Se la durata della notte è uguale alla durata del dì, vuol dire che la notte ed il dì durano 12 ore. 

Per noi che stiamo nell’emisfero Nord questo giorno si chiama equinozio d’autunno, per quelli dell’emisfero sud si chiama equinozio di primavera perché qui da noi inizia l’autunno e poi andremo verso l’inverno mentre da loro inizia la primavera e poi arriverà l’estate.

Noi andiamo incontro a dì sempre più corti e notti sempre più lunghe, loro, al contrario, vanno incontro a dì sempre più lunghi e notti sempre più corte.

Però, nei giorni degli equinozi tutti abbiamo 12 ore di luce e 12 ore di buio.

I giorni degli equinozi sono due: l’equinozio d’autunno che è questo di settembre e l’equinozio di primavera che arriva a marzo.

Non tutti sanno che soltanto nei due giorni degli equinozi il Sole nasce esattamente ad EST e tramonta esattamente ad OVEST.

Solo in questi due giorni, guardando dove il Sole sorge e tramonta possiamo dire con esattezza (o quasi…) dove è l’est e dove è l’ovest rispetto al nostro punto di osservazione.

Una particolarità per quanto riguarda l’orario: nei giorni degli equinozi il Sole sorge alle 6 e tramonta alle 18 secondo l’ora solare vera che si legge su una meridiana del luogo.

Questo succede in tutto il mondo ma non ai due poli.

Che succede ai due poli?

Lì il Sole non sorge e non tramonta ogni giorno come qui da noi, ma ogni sei mesi, quindi le notti ed i giorni sono lunghi sei mesi.

Il Sole tramonta o sorge proprio nei giorni degli equinozi.

A questo punto abbiamo due pupazzetti che uso sui miei strumenti durante questo tipo di lezioni:

Giacomino e Filippo. Giacomino sta al polo nord della Terra e quando arriva l’equinozio d’autunno vede tramontare il Sole. Nello stesso giorno Filippo, che stava al buio da sei mesi al polo sud, finalmente vede sorgere il Sole.

Quando arriverà il 20 marzo si inverte la faccenda rispetto a sei mesi prima: il Sole tramonta per Filippo che sta al polo sud e sorge per Giacomino che sta al polo nord. Di nuovo sei mesi di buio e sei mesi di luce.

Una volta, durante una lezione, in una classe di 3° media, a questo punto un ragazzetto esclama: che bello sarebbe vivere là! E io: perché sarebbe bello? Lui: perché mia madre quando esco mi dice sempre che devo stare a casa prima che si faccia buio!

La Terra, ormai, sapete quanto è grande, eppure, Giacomino e Filippo il 22 settembre vedono contemporaneamente il Sole per tutta la giornata dai due punti estremi della Terra!

Come è possibile ciò?

Cerchiamo di capirlo: il Sole è talmente lontano che i suoi raggi arrivano alla Terra praticamente paralleli tra loro.

Essendo la Terra una sfera, ovviamente ne viene illuminata sempre metà (anche in questo momento mentre qui è notte).

Siccome nei giorni degli equinozi i raggi del Sole arrivano perpendicolari sulla testa di chi si trova all’equatore terrestre e tangenti ai due poli, Giacomino e Filippo che si trovano ai poli vedranno il Sole che arriva con i raggi tangenti il loro pavimento cioè lo vedranno proprio sulla linea del loro orizzonte, tutti e due contemporaneamente, dopodiché… uno lo vede che tramonta e lo perde per sei mesi e l’altro lo vede sorgere e lo vedrà in cielo ininterrotamente per sei mesi.

Se avete capito poco (o niente) non preoccupatevi, è normale. 

Come ho già detto, certi fenomeni astronomici è difficile capirli bene quando sono spiegati solo a parole.

Se io ve ne parlo è perché voglio darvi almeno la conoscenza dell’esistenza di questi fenomeni singolari che spesso nessuno conosce, però, per capire in modo completo e soddisfacente come essi avvengono ci vogliono gli strumenti giusti con le spiegazioni adeguate.

E’ quello che ho già fatto e lo farò ancora, con tutti i miei strumenti, che ho realizzato solo per questo scopo.

Continuiamo.

Solstizi ed equinozi non avvengono sempre nello stesso giorno dell’anno come tutte le ricorrenze calendariali che conosciamo (Natale, la Befana, Ferragosto, la Festa del Lavoro, ecc.) ma possono avvenire in due diversi giorni.

Questo succede per lo stesso motivo per cui c’è l’anno bisestile.

Vediamolo insieme: ogni anno non dura 365 giorni precisi ma 365 giorni e 6 ore (circa).

Le 6 ore le teniamo da parte, non c’è posto per loro sul calendario, anno dopo anno le sommiamo a parte e al quarto anno vediamo che sono diventate 24 ore che è un giorno pieno e questo giorno lo usiamo aggiungendolo a febbraio che ne avrà 29.

Quello è l’anno bisestile.

Gli antichi dicevano: anno bisesto anno funesto!

Ovviamente sbagliavano perché l’anno bisestile è un anno come tutti gli altri.

Sono bisestili tutti gli anni in cui le ultime due cifre rappresentano un numero divisibile per 4 per esempio, il 1832 fu bisestile perché il 32 è divisibile per 4; il 1954 non fu bisestile perché il 54 non è divisibile per 4.

Gli anni centenari (quelli di fine secolo che terminano con due zeri: 1700, 1800, 2000, 2100 ecc.) sono bisestili solo quelli che sono divisibili per 400 in questi che ho indicati è bisestile solo il 2000 che è l’unico divisibile per 400.

Il perché di tutte queste cose fa parte della interessante e travagliata storia del calendario che per arrivare alla perfezione che ha oggi ne ha passate di tutti i colori! Spero prima o poi di potervela raccontare.

Quindi, i solstizi e gli equinozi a causa delle sei ore di cui abbiamo detto, non avvengono sempre nel medesimo giorno ma ogni anno avanzano di 6 ore e per questo motivo possono entrare nel giorno seguente.

Eccovi un esempio: 

– 2012 -anno bisestile, l’equinozio d’autunno si verificò il 22 settembre alle ore 16.40.
– 2013, l’equinozio d’autunno sarà il 22 settembre alle ore 22.40 (sei ore dopo rispetto all’anno scorso),
– 2014, alle 04.40 del 23 settembre (altre 6 ore dopo),
– 2015 alle 10.40 del 23 settembre (ancora 6 ore dopo),
– 2016 -anno bisestile – alle ore 16.40 (di nuovo 6 ore dopo) ma il giorno è il 22 settembre, non il 23 perché le 6 ore di quest’anno +6+6+6 ore dei 3 anni precedenti sono diventate 24 e sono state assorbite dal 29 febbraio 2016 che vediamo sul calendario e quindi si ricomincia daccapo come 4 anni prima.

Basta con i numeri, eccovi ora un accenno alla lunghezza dell’ombra del Sole in questi giorni.

Il 21 giugno l’ombra delle persone o di un palazzo, era molto corta (circa un terzo dell’altezza) perché il Sole -nel suo punto più alto durante il giorno – era altissimo.

In questi giorni equinoziali, invece, l’ombra è circa uguale all’altezza.

Per dare un po’ più di precisione diciamo che questo è vero il 19 settembre al Brennero, è vero il 30 settembre a Roma ed il 15 ottobre a Lampedusa.

A seconda della vostra distanza in latitudine da queste località potete trovare – sempre con un po’ di approssimazione – quando il Sole produce l’ombra uguale all’altezza nella vostra zona, il ché vuol dire che i suoi raggi arrivano con un’inclinazione di 45 gradi che sono la metà di un angolo retto.

Immaginate un bel quadrato in cui il lato verticale di sinistra siete voi in piedi, il lato inferiore è la vostra ombra stesa per terra e la diagonale che unisce la vostra testa con la testa dell’ombra è la direzione dei raggi solari.

Basta così, forse ci sono troppi numeri in questa chiacchierata, ma erano inevitabili dato l’argomento.

Per la prossima “pillola” ho in mente un argomento più scorrevole e più discorsivo ma i numeri – in qualche modo- entrano sempre.

Come si dice?… li cacci dalla porta…ed entrano dalla finestra…. Perché quando servono….servono!

A conclusione di questo incontro, permettetemi di segnalarvi con piacere questi due siti che ho scoperto da poco: il primo mi ha fatto vedere e capire che cosa è la retinite pigmentosa di cui non ne conoscevo neanche l’esistenza.

Il secondo mi è sembrato davvero una miniera di notizie, indirizzi e consigli molto utili per chiunque ha a che fare con il mondo della disabilità visiva.

Ciao a tutti e ricordatevi dei vostri amici, sicuramente ce ne stanno che sono affascinati, interessati o solo incuriositi dagli argomenti che trattiamo in queste…pillole di astronomia.

Date a loro la possibilità di partecipare.

A presto,

Andrea Miccoli.

Ecco i due siti:
www.vincenzoluigimilanesi.it 
www.nonvedenti.it 

2012 – MOON WATCH – EQUINOZIO D’AUTUNNO – Ardea

2012 – MOON WATCH – EQUINOZIO D’AUTUNNO – Ardea

Luna

Sabato 22 settembre 2012 – 20:00

AREA SACRA MONTE DEL NOCE

e Museo Manzù

Ardea (Roma)

Progetto      

L’Associazione Laziolatino (http://www.laziolatino.it/ e l’Associazione Pontina di Astronomia – Latina-Anzio-Nettuno in occasione della giornata mondiale della Luna 2012, organizzano una manifestazione astronomica presso l’Area Sacra del Colle della Noce di Ardea (Roma) per sabato 22 settembre 2012.

La manifestazione sarà preceduta da una visita guidata al Museo Manzù, con inizio alle 17:00.

Dei telescopi saranno a disposizione del pubblico per osservare una meravigliosa Luna di Primo Quarto.

L’ingresso è libero 

La Locandina

Locandina

L’Itinerario

Itinerario