AQUILA
AQUILA
LA COSTELLAZIONE
L’Aquila (in latino Aquila, sigla Aql) culmina a mezzanotte intorno a metà luglio.
Le coordinate del punto centrale sono: 19h 50min di Ascensione Retta (AR) e 0° di declinazione (delta).
Vedi Tavola II.
LE STELLE
Alfa Aquilae porta il nome di Altair (dall’arabo al-nasr al-ta’ir=aquila che vola). Ha una magnitudine m=0,8 e dista 17 a.l.
Beta Aquilae, denominata Alshain, di magnitudine m=3,7 e distante 40 a.l.
Gamma Aquilae, denominata Tarazed o Reda, di magnitudine m=2,7 e distante oltre 300 a.l., sono le ali dell’aquila.
Delta Aquilae, denominata Deneb Okab, è di magnitudine m=3,4 e dista 53 a.l.
Sigma Aquilae è una binaria ad eclisse con periodo di meno di due giorni. Il complesso ha una magnitudine m=5,2 ed è composto da due giganti azzurre.
GLI OGGETTI CELESTI
Non ci sono oggetti di interesse per l’astrofilo.
L’asterismo della costellazione dell’Aquila
Aquila vista da Hevelius
IL MITO
Il nome di questa costellazione è lo stesso dell’uccello rapace sacro a Giove, portatore delle folgori che il dio scagliava contro i suoi nemici.
Diverse sono le leggende legate a questa costellazione.
Una di queste racconta che l’aquila è legata alla figura di Prometeo.
Questi era figlio del titano Giapeto e della ninfa oceanina Climene.
Osò sfidare Giove per favorire gli uomini ma questi lo fece incatenare ad una rupe del Caucaso e mandò un’aquila a divorargli il fegato.
Un’altra leggenda narra che Giove, innamoratosi della dea Nemesi, si trasformò in cigno per conquistarla e chiese aiuto ad Afrodite che, trasformatasi in aquila, fece finta di cacciarlo.
Nemesi, spinta a compassione, offrì al povero cigno un riparo permettendo a Giove di giacere con lei.
In ricordo della bella avventura, Giove collocò in cielo le immagini dell’aquila e del cigno.