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PASQUA E LE SCOPERTE PASQUALI

PASQUA E LE SCOPERTE PASQUALI

Cari amici ciechi ed ipovedenti,

purtroppo  il mese di marzo è passato senza darmi la possibilità di realizzare  questo importante appuntamento che ho con voi. Un brutto evento me l’ha impedito. Me ne dispiace.

Il mese di marzo porta con sé  l’Equinozio di Primavera che è il punto dell’orbita dove la Terra quest’anno è arrivata il giorno 20 marzo alle ore 16.57.

Dell’equinozio abbiamo detto tutto nella pillola di settembre 2013 ma quello era l’equinozio autunnale, questo di marzo è il momento in cui entra ufficialmente la primavera che è la stagione del risveglio della natura dopo il lungo letargo invernale.

A questo risveglio della natura è stata legata la data della Pasqua.

Mentre l’Equinozio  di Primavera  da un anno all’altro si sposta solo di 6 ore (per l’anno bisetile),  la data della Pasqua varia  di molti giorni  perché dipende dalla fase lunare.

Vediamo come nasce  la data della Pasqua:  subito dopo l’equinozio di primavera che viene sempre il 20 marzo, si aspetta la prima  Luna Piena. 

La prima domenica dopo la Luna Piena è Pasqua.

Facciamo due esempi, uno della Pasqua vicina e l’altro della Pasqua lontana.

Pasqua vicina:  20 marzo equinozio di primavera. 20 marzo Luna Piena, se il 21 marzo è Domenica  è anche  Pasqua.

Pasqua lontana: 20 marzo Equinozio di Primavera.  

Supponiamo che il giorno prima,19 marzo,  c’è stata la Luna Piena.

La prossima Luna Piena ci sarà 30 gg. dopo  e cioè il 18 aprile.

Se il 18 aprile fosse  lunedì  la Pasqua sarà il 25 aprile.

Quindi la data della Pasqua può cadere in un giorno qualunque tra il 21 marzo -Pasqua vicina-  ed il 25 aprile -Pasqua lontana-.

Non prima e non dopo queste date.

Cambiamo argomento.

Ora vi parlo di una scoperta molto importante che il 17 marzo ha sconvolto il mondo scientifico:  la scoperta delle onde gravitazionali del Big Bang.  

Parliamo di quasi 14 miliardi di anni fa, quando è nato l’Universo.

Quel grande botto ha cominciato a propagarsi, non come rumore acustico ma come vibrazioni della forza di gravità.

Impiegando particolari telescopi situati al Polo Sud gli scienziati sono riusciti non a vedere ma solo ad intuire queste onde gravitazionali.  

Non una  scoperta, diretta,  chiara  ed inequivocabile ma solo una prova indiretta che ancora deve avere l’avallo della comunità scientifica internazionale.

In effetti  non si parla proprio dell’attimo del Big Bang ma di un attimo dopo il Big Bang cioè quando c’è stato il momento dell’Inflazione.

Quindi per precisione dobbiamo dire che  parliamo delle onde gravitazionali  scaturite da quel grande evento che ha sconquassato il nascente universo e che si chiama  di inflazione. 

Cosa vuol dire “l’inflazione c’è stata un attimo dopo il Big Bang?” Quanto tempo dopo il Big Bang?            

Un tempo brevissimo.

Così breve che è difficile anche  immaginarlo.  

Con la matematica si scrive e si dice 10 elevato alla -35 secondi.

Per capire quanto è piccolo questo tempo bisogna tenere presente che 10 elevato alla   -1   è un decimo di secondo, 10 elevato  alla   -2  è  un  centesimo  di  secondo, 10 elevato alla  -3 è un millesimo di secondo, 10 elevato alla -35 è un … provate ad immaginare …

Lo so, ha dell’incredibile ma è qualcosa su cui gli scienziati  sono (quasi) tutti d’accordo. 

Ma che cosa è stata l’inflazione? Insomma cosa è successo in quell’attimo così vicino al Big Bang?

In quell’attimo c’è stata una  immediata, abnorme e violenta espansione dell’Universo che è diventato molto simile a come noi lo vediamo oggi.

Prima, durante e dopo il Big Bang non si conosce nulla fino al momento dell’inflazione, da quell’attimo in poi molte cose sono chiare e qualcosa,  forse, si comincia anche a vedere, a dimostrazione che le ipotesi della scienza erano giuste.

Aspettiamo che la comunità scientifica internazionale, facendo esperimenti  indipendenti,  rigorosi e controllabili,  trovi la conferma a questa scoperta e se così sarà, sicuramente  sentiremo parlare di premio Nobel. 

Altro argomento.

Nuovo pianetino nel Sistema Solare

Un’altra scoperta importante, ma di portata più limitata, è stata fatta nel sistema solare. E’ stato scoperto un altro pianetino, un pianeta nano come  Plutone, ancora più piccolo ma molto più distante.

E’ stato chiamato 2012 VP113 che è  un nome tecnico e provvisorio.

E’ piccolissimo, ha un diametro di circa 500 km, (il diametro della Luna è di 3400 km).  

Nel sistema solare è il corpo più lontano dal Sole, la sua distanza quando è al perielio è pari a 80 volte la distanza Terra-Sole cioè  circa 12 miliardi di km.

Quando si trova all’afelio, la sua distanza  dal sole è di circa 70 miliardi di km: dieci volte la distanza di Plutone.  

Per fare un giro intorno al Sole ci mette circa 4.500 anni.

I pianeti-nani diventano sempre più numerosi, perché migliora  sempre di più la tecnologia dei telescopi con cui si scruta lo spazio più lontano dove questi si trovano.

Una volta queste ricerche venivano effettuate spendendo faticosissime nottate di osservazioni al telescopio,  tenendo l’occhio incollato all’oculare e stando al freddo gelido perché i telescopi per la ricerca sono situati tutti  in montagna  e senza copertura perché l’osservatorio deve stare -ovviamente-  aperto e senza  stufette perché l’aria calda con la sua turbolenza, quando passa davanti al tubo del telescopio rende  instabile e quasi impossibile la visione.

Oggi invece in montagna ci sono i telescopi con i sensori elettronici che da soli,  in modo automatico, oppure guidati da lontano elettronicamente, appena vedono che nel campo inquadrato varia qualcosa in luminosità o movimento (un asteroide, una cometa, una supernova, ecc.)  suonano l’allerta a casa dell’astronomo che può stare al calduccio a centinaia di km di distanza.

Attualmente i pianeti nani oltre al nuovo arrivato sono: Plutone, Sedna, Quaoar, Eris, Varuna, Haomea, Makemake e Orcus.  

Plutone è  stato dichiarato pianeta nano  nel 2006 per le troppe differenze con gli altri pianeti.

Per prima cosa le sue dimensioni e la sua massa: troppo piccole, più simili a quelle di un grosso asteroide piuttosto che ad uno degli altri otto pianeti.

E poi la sua orbita assolutamente troppo inclinata: 17 gradi. Troppi, più del doppio di Mercurio che ce l’ha inclinata di 7 gradi.

Che vuol dire “orbita troppo inclinata?”

Tutti i pianeti girano intorno al Sole stando più o meno sullo stesso piano, ma nessuno sta sullo stesso piano della Terra.

Tutti girano intorno al Sole, tutti hanno il Sole come centro di gravità delle loro orbite ma ognuno ha la propria orbita diversamente inclinata rispetto alle altre.

Facciamo un esempio: prendete un’arancia e mettetela al centro del tavolo davanti a voi, quello è il Sole.

A fianco al sole mettete sul tavolo il tappo di una bottiglia di plastica, questo tappo rappresenta la Terra.

Il tavolo rappresenta il piano dell’orbita della Terra,  su questo piano c’è soltanto il Sole al centro e la Terra che gli gira intorno, nient’altro.

Tutti gli altri pianeti hanno ciascuno la propria orbita, tutte le orbite hanno lo stesso centro: il Sole, ma nessuna orbita combacia con un’altra orbita.

Quindi, sul tavolo davanti a voi si svolge tutta intera l’orbita della Terra  ma  tutte  le altre orbite  si svolgono per metà sotto  e per metà sopra il tavolo, in aria,  in direzioni diverse e con angolazioni diverse, vicinissime al tavolo ma nessuna giace sul tavolo.

Dove il pianeta buca il tavolo andando da sotto a sopra, quello è il suo nodo ascendente, dove  buca il tavolo mentre va da sopra a sotto quello è il nodo discendente.

Se per ogni orbita uniamo questi due punti, in mezzo troviamo sempre il Sole.

Se non avete capito nulla non vi preoccupate, è normale.

Capire con le parole fenomeni che avvengono nelle quattro dimensioni non è  facile come non è facile spiegarli. Forse non avrei dovuto provarci ma la voglia è tanta.

Per questo ho costruito tanti strumenti per l’astronomia.

Quando le parole da sole non bastano per rendere godibile un fenomeno celeste, lì ci vuole la giusta strumentazione didattica.

Per i vedenti ci sono parecchi strumenti negli osservatori, nei planetari, ecc., ma per i ciechi penso di essere l’unica persona  ad aver realizzato un parco strumenti per la tiflodidattica dell’astronomia così vasto e fruibile che è molto apprezzato anche dai vedenti e soprattutto nelle scuole dove maggiormente svolgo la attività didattica per hobby e per passione.

La settimana  che quest’anno 2014 sarà dedicata tutta ai ciechi ed ipovedenti sarà dal 21 al 26 luglio  e si chiamerà “Seminario di Astronomia per Ciechi ed Ipovedenti  2014”.

Non ci sarà solo l’astronomia, sarebbe una tortura passare una settimana intera a sentire sempre la stessa voce, sarà una settimana di vacanze completa di gite, visite ed uscite pomeridiane e serali.

Tra qualche giorno vi manderò il programma con tutti i dettagli necessari per fare l’iscrizione.

Solo otto partecipanti. Se le richieste fossero di più ripeteremo il seminario a settembre.

Un caro saluto a tutti,

Andrea Miccoli.