AURIGA
AURIGA
LA COSTELLAZIONE
L’Auriga (in latino Auriga, sigla Aur) culmina a mezzanotte intorno a metà dicembre.
Le coordinate del punto centrale sono: 06h 00min di Ascensione Retta (AR) e +40° di declinazione (delta).
Vedi Tavola III – Tavola V.
LE STELLE
Alfa Aurigae, denominata Capella (=la capretta). Ha una magnitudine m=0,08 e dista 44 a.l.
Beta Aurigae, denominata Menkalinan, di magnitudine m=1,9 e distante 90 a.l.
Epsilon Aurigae, denominata Almaaz, di magnitudine m=3.0 e distante 6.500 a.l.
Zeta Aurigae, denominata Sadatoni, di magnitudine m=3,8 e distante 530 a.l.
Le tre piccole stelle: epsilon, zeta ed eta, vengono dette: i capretti.
GLI OGGETTI CELESTI
M36 è un ammasso aperto di magnitudine m=6,5 e distante 3.900 a.l.
M37 è un ammasso aperto di magnitudine m=6,2 e distante 4.000 a.l.
M38 è un ammasso aperto di magnitudine m=6,8 e distante 3.900 a.l
L’asterismo della costellazione dell’Auriga
Auriga vista da Hevelius
IL MITO
La leggenda descrive l’Auriga come un cocchiere che trasporta una capra sulle spalle, tiene un paio di capretti in una mano ed una frusta nell’altra.
Diversi sono i miti legato ad esso.
Uno di questi identifica l’Auriga con Ippolito, il figlio sfortunato di Teseo e Ippolita, dedito al culto di Artemide (Diana) che si esercitava alla caccia.
La seconda moglie di Teseo, Fedra, si innamorò di lui ma venne da questi respinta.
Allora, offesa per il rifiuto disse al marito che Ippolito l’aveva importunata.
Il padre lo bandì da Atene chiedendo a Poseidone (Tritone) di punirlo.
Durante la fuga Ippolito rimase ucciso dai propri cavalli.
Fedra, tormentata dai rimorsi rivela tutto al marito e s’uccide.
Nessuna leggenda sull’Auriga spiega il perché della presenza degli animali nella sua raffigurazione.