Tag Archivio per: ROSETTA

ROSETTA

ROSETTA

Cari amici ciechi ed ipovedenti,
tra qualche giorno sentirete molto parlare di Rosetta.

Si tratta di una missione spaziale molto particolare, la prima in assoluto nel suo genere che vivrà il suo momento di massima attenzione da parte di tutto il mondo scientifico e mediatico il prossimo 12 novembre.

Con queste righe voglio darvi un’idea dell’importanza di questa missione ed anche delle enormi e complesse difficoltà tecniche che sono state affrontate e devono ancora essere affrontate e superate per arrivare con successo al 12 novembre.

Per cominciare, vediamo di capire perché a questa missione è stato dato il nome di Rosetta.

Rosetta viene da Rashid che è il nome di una località sulla foce del Nilo.

Qui, nel 1799 i soldati napoleonici trovarono una grossa pietra di 760 kg su cui era inciso un testo in tre lingue diverse.

Di queste, una era il greco antico, ben noto a tutti gli studiosi, un’altra era la lingua dei geroglìfici egiziani che nessuno mai era riuscito a decodificare e la terza era una lingua locale.

Grazie al greco antico è stato possibile decodificare il contenuto del documento e per confronto è stato possibile penetrare e comprendere -per la prima volta- il linguaggio dei geroglìfici.

Questo è stato un avvenimento epocale che ha permesso agli studiosi di conoscere la meravigliosa storia millenaria della civiltà egizia. Tutto merito della Pietra di Rosetta.

Oltre a questa stele, fu trovato, su un’isoletta del Nilo, anche un obelisco che con le sue scritte contribuì alla decodifica dei geroglìfici egiziani.

L’isoletta si chiamava e si chiama File, scritta secondo la pronuncia latina, con ph davanti che si pronuncia f ed ae finale che diventa e.
Rosetta e File sono i nomi dei due strumenti principali protagonisti di questa missione.

Ora vediamo il perché di questa impresa. 

Nei tempi antichi le comete incutevano terrore ad ogni apparizione. 

Per fortuna nei tempi moderni gli scienziati le hanno riabilitate, hanno capito che non fanno male a nessuno e non portano iella, anzi, al contrario, molto probabilmente sono portatrici di vita e forse l’hanno portata anche sulla Terra. 

Le comete provengono da quella zona del sistema solare dove ancora oggi – dopo 4 miliardi di anni- ci sono questi corpi che rappresentano la parte di materia che, per la grande distanza dal Sole, non prese parte alla formazione dei pianeti. 

Studiare una cometa significa studiare un pianeta o una parte del sistema solare così come questo doveva essere 4 miliardi di anni fa. 

Sulla Terra c’è tanta acqua ed anche le comete -tutte- sono portatrici di acqua, lo si è capito analizzando da lontano la bianchissima coda e la chioma che sono composte di vapore d’acqua.

Siccome si sa che dove c’è acqua c’è possibilità di vita, lo studio delle comete tramite telescopi è continuo e si cerca in tutti i modi di rubare qualche informazione ad ogni cometa che ci passa vicino e se non ci passano vicino le andiamo a cercare come è stato già fatto in passato (missioni Giotto, Star Dust, Deep impact) con scarsi risultati.

Sappiamo che nel sistema solare viaggiano migliaia di comete che potrebbero rivelarsi come altrettante “Pietre di Rosetta” ma è molto difficile raggiungerle perché sono lontanissime, velocissime e piccolissime, proprio queste sono le difficoltà principali che ha incontrato ed incontrerà questa missione ancora in corso.

L’idea di realizzare questa impresa è nata nel 1993 nell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea di cui fa parte anche l’Italia.

In un primo momento fu scelta come obiettivo la cometa Wirtanen. 

In seguito si dovette cambiare obiettivo e fu scelta la cometa Churyumov-Gerasimenko. 

Due nomi perché sono due gli scopritori che la scoprirono nel 1969: il signor Ivanovic Chùriumov e la signora Svetlana Gerasimenko. 

La missione fu chiamata Rosetta come la pietra egiziana mentre il piccolo ma importantissimo laboratorio automatico che dovrà essere installato proprio sul corpo della cometa fu chiamato File come l’isoletta dell’obelisco.

La partenza avvenne nel 2004. 

Il peso totale di Rosetta era circa 3000 kg con una forma molto simile ad un cubo con il lato di 2 metri.

Per raggiungere la cometa bisognava coprire una distanza di oltre 500 milioni di km senza l’impiego del piccolo motore di bordo che aveva ed ha carburante solo per le piccole correzioni di avvicinamento. 

Per coprire tutti quei milioni di km si fece in modo di utilizzare la spinta gravitazionale della Terra per 3 volte ed una volta la spinta di Marte.

In questo modo Rosetta fu “scagliata” ogni volta in orbite sempre più ampie fino a raggiungere l’ampiezza dell’orbita della cometa Ciuriumov-Gerasimenko. 

Queste spinte si chiamano “gravity assist” e si possono ottenere solo se si fa avvicinare la sonda ad un pianeta dalla giusta direzione, avendo la giusta velocità, alla giusta distanza; una manovra molto sofisticata e precisa che permette alla navicella di ricevere dal pianeta la spintarella per andare più lontano. 

Un po’ come facciamo con l’altalena che va e viene: se tu le dai una spintarella al momento giusto, nella giusta direzione e con la giusta velocità l’altalena (come la sonda spaziale) aumenta la sua velocità.

Dopo l’ultimo gravity-assist avvenuto nel 2009 gli scienziati sapevano che la sonda sarebbe passata vicino ad un paio di asteroidi, li hanno osservati e fotografati e poi prevedendo che ci sarebbero voluti altri anni prima di raggiungere la cometa hanno spento tutti -o quasi tutti- gli apparati di bordo per non consumare inutilmente energia e batterie, anche perché a quella distanza dal sole i pannelli solari (64 metri quadrati) raccolgono pochissima luce. 

In questo stato di “ibernazione” Rosetta è rimasta fino al 20 gennaio 2014. 

In quel giorno la trepidazione era altissima, il risveglio poteva portare chissà quali sorprese, dalla Terra fu inviato il segnale per risvegliare e riaccendere tutte le apparecchiature elettroniche e per fortuna tutto andò benissimo: la sonda ricominciò a lavorare.

A quella distanza dalla Terra, il tempo necessario per far arrivare un ordine a Rosetta è circa mezz’ora ed un’altra mezz’ora ci vuole per il messaggio di ritorno. 

Il 6 maggio 2014 sono finiti i controlli tecnici sul funzionamento delle apparecchiature di bordo e subito sono iniziate le manovre di avvicinamento alla cometa. 

Il 6 agosto 2014 c’è stato l’arrivo presso la cometa. 

Vista da vicino la sua forma è simile a quella di una arachide con due lobi, uno più piccolo ed uno più grosso e fra i due lobi la strozzatura è molto profonda. 

Per fare un giro su se stessa impiega 12 ore. 

Le dimensioni totali sono 6 km, 4 km il lobo più grande e 2 km il lobo più piccolo, per un volume totale di circa una 20ina di km cùbici, più o meno come una piccola montagna. 

Non è un sasso liscio come quelli che si trovano in riva al mare ma ìspido e pieno di spìgoli appuntiti. 

Non ha il peso specìfico dei comuni sassi sulla Terra, ma pesa come la pietra pòmice, ne consegue che ha una massa molto piccola e quindi anche una piccolissima forza di gravità e per questo la sonda Rosetta è stata messa in orbita intorno al piccolo corpo della cometa ad una distanza di circa 100 km con una velocità bassissima: pochi centimetri al secondo. 

Da lì ha iniziato a fornire tutti i dati fotografici agli scienziati per l’identificazione del punto più idoneo per l’atterraggio del laboratorio automatico File. 

Questo punto è stato già scelto e si trova in una piccola zona pianeggiante sempre baciata dal sole per permettere ai pannelli solari di tenere sotto carica le batterie. 

L’atterraggio avverrà il giorno 12 novembre 2014.

Quando da noi saranno le 9.35 il modulo File sarà sganciato da Rosetta da un’altezza di circa due km e sarà lasciato andare verso la cometa. 

Anche se File ha le dimensioni di una lavatrice e pesa circa 100 kg. la discesa sarà molto lenta -circa 7 ore- perché, come abbiamo detto, la forza di gravità sulla cometa è minima.

Possiamo dire che è meno di un decimillesimo di quella della Terra, quindi io che qui peso 70 kg sulla cometa Churiumov-Gerasimenko peserei meno di un decimillesimo di 70kg cioè meno di 7 grammi! 

Non so se la mia bilancia se ne accorgerebbe (sorriso).

L’atterraggio è previsto per le nostre ore 16.35 ma la comunicazione ci mette mezz’ora per arrivare sulla Terra e perciò noi lo sapremo alle 17 sempre di mercoledì 12 novembre 2014.

Quando File toccherà il suolo della cometa, con il suo peso darà un bòtta sul terreno che permetterà ai suoi tre piedi di piantare tre arpioni di 20 cm nel suolo per ancorare il laboratorio al corpo della cometa. 

A quel punto è fatta! Tutto avviene a 500 milioni di km dalla Terra, mentre la cometa e Rosetta viaggiano a velocità vicine ai 50 mila km all’ora e a 10 anni di distanza dalla partenza. Davvero un capolavoro (speriamo!). Se va tutto bene c’è da essere orgogliosi. 

Molti di quegli strumenti che staranno lì a fare il proprio dovere sono italiani, progettati e realizzati dai nostri scienziati e scienziate e da ditte italiane. La lista è abbastanza lunga.

Da quel giorno cominceranno le analisi del ghiaccio della cometa e di tutto ciò che si potrà esaminare e sono certo che ne sentiremo delle belle.

Già nelle prime analisi fatte da Rosetta al momento dell’arrivo intorno alla cometa ne abbiamo sentite alcune poco… odorose!

Infatti sono state trovate molecole di acido solfidrico, formaldeide, ammoniaca, acido cianidrico, biossido di zolfo, metanolo, tutti elementi che sulla Terra richiamano alla mente odori forti e puzzolenti tipo il letame, le uova marce, l’aceto, l’alcol. 

Tutte queste puzzette mischiate assieme fanno capire che la cometa sarà pure interessante ma ha un fetore insopportabile!

Per quanto riguarda la possibilità di poter osservare la cometa dalla Terra con i telescopi bisogna dire che nessuno sarà in grado di vederla né ad occhio nudo né con i normali telescopi, né adesso (che è lontana dal Sole e quindi senza coda) né quando avrà le dimensioni della coda al massimo della visibilità, il ché avverrà nell’agosto del 2015 al momento della massima vicinanza al Sole. 

La distanza dalla Terra è sempre talmente grande e la cometa talmente piccola che potrà essere osservata solo con telescopi professionali ed in cieli molto bui. 

In quei giorni di agosto l’attività del laboratorio File sarà molto intensa e si spera che non venga danneggiato dalle particelle solide che saranno liberate dalla evaporazione del ghiaccio. 

Parliamo di quelle particelle solide più o meno microscopiche che una volta disseminate dalla cometa nello spazio diventeranno per noi le stelle cadenti che possiamo sentire e vedere quando e se la Terra le attraverserà.

L’attività scientifica sulla cometa terminerà -in teoria- a dicembre del 2015. 

Ci potrà essere un allungamento della missione in caso di prolungata efficienza delle apparecchiature oppure la fine della missione nel caso che la polvere della cometa sporchi irrimediabilmente i pannelli solari impedendo la ricarica delle batterie.

Mi fermo qui. Manca solo una settimana. 

Speriamo di sentire solo buone notizie.

Un caro saluto a tutti,

Andrea Miccoli

PILLOLA N° 19

PILLOLA N° 19

Il corso di Astronomia 2015 a Latina.

Cari amici ciechi ed ipovedenti,

solo due mini-riferimenti agli argomenti che abbiamo lasciato aperti.

Dopo la conclusione della missione di Samantha con la Stazione Spaziale gli argomenti che da un po’ di tempo stiamo seguendo con la speranza di sentire qualcosa di positivo sono diventati solo due.

L’11 giugno scorso Samantha Cristoforetti è tornata con i piedi sulla Terra e adesso, dopo quasi un mese di esercizi di riadattamento alla gravità, ha ripreso a camminare normalmente ma continua a seguire speciali esercizi per il recupero completo del senso dell’equilibrio.

Adesso si trova a Colonia in Germania che è il centro europeo dell’Agenzia Spaziale Europea e forse in ottobre sarà in Italia con il team di tecnici dell’ESA che l’ha assistita durante tutta la missione nella ISS.

Ricordate la missione Rosetta che doveva depositare la sonda File sulla cometa?

File invece di adagiarsi dolcemente sulla superficie rimbalzò e al terzo ed ultimo rimbalzo si perse.

Forse capovolta in qualche crepaccio.

Dopo una 60-ina di ore smise di funzionare perché il Sole non caricava più le batterie di bordo.

Tutto il mondo scientifico ha avuto un sussulto di grande euforia lo scorso 13 giugno quando File ha ripreso a funzionare.

Ha funzionato per quasi un minuto e mezzo, ha inviato a Rosetta parecchi dati che aveva in memoria, aveva ancora parecchia energia, circa 24 watt, con circa 800 pacchetti di dati ancora in memoria, ma da allora non si sente più nulla.

Il progressivo avvicinamento della cometa Churiumov-Gerasimenko al Perielio (13 agosto 2015) quando la luce ed il calore del Sole saranno più intensi, fa sperare in qualche altro risveglio di File.

Restiamo in attesa e speriamo in buone nuove dallo spazio.

Quelle due luci strane avvistate sul pianeta nano Cèrere che si trova nella fascia degli asteroidi, fra Marte e Giove, ancora non ha svelato il suo mistero.

O meglio, gli studiosi ormai hanno gli elementi necessari ma aspettano a pronunciarsi.

Abbiamo già parlato di queste sorgenti di luce ma ancora non si sa se è una riflessione della luce del Sole causata da un banco di sale o da altra sostanza cristallina, oppure luce generata dal pianeta nano.

Non si sa, per adesso. Anche di questo ne riparleremo appena sarà svelato l’arcano.

Il corso di astronomia destinato solo ai ciechi ed agli ipovedenti è arrivato alle porte.

Inizia lunedì 13 luglio 2015 e terminerà sabato 18 luglio.

Una settimana di astronomia full immersion.

Per gli appassionati di astronomia non più argomenti da leggere o da ascoltare (ce ne sono tanti, Internet ne è piena) ma questa volta strumenti didattici, modellini, piccoli e grandi anche quanto un tavolino.

Tutti docili e felici di farsi leggere dalle esperte mani dei ciechi avide di conoscenza, accompagnati dalle istruzioni dell’insegnante e con un aiuto didatta (uno ogni due corsisti) sempre pronto a guidare.

Il programma giornaliero del corso ormai lo conoscete, è qui:
https://www.astronomiapontina.it/
originariamente è stato confezionato in modo “prudente” perché non c’era la certezza di poter realizzare certe promesse.

In seguito le cose sono andate meglio di come previsto e così abbiamo potuto inserire una importante variazione a cui ci tenevamo moltissimo.

Trattasi di una lezione davvero speciale che sarà tenuta da un grande scienziato italiano: il Prof. Paolo Saraceno.

Una persona che ha dedicato la vita all’Astronomia, raggiungendo livelli di altissima competenza tecnica sia in campo accademico che in campo tecnico e sia come divulgatore delle scienze astronomiche.

Il libro più famoso ma anche più bello e completo è IL CASO TERRA, che parla in modo semplice, chiaro e piacevole di ogni particolare riguardante la vita, l’universo, la Terra del passato e del presente e tutto ciò che esiste oggi non solo in cielo.

Da quando l’ho conosciuto è diventato il mio libro di testo, un vademecum che ho sempre a portata di mano.

Ovviamente ho pensato che se è valido per me lo doveva essere anche per voi e così ho preparato una bella sorpresa.

Questa sua lezione sarà svolta sabato 18 luglio 2015 dalle 10.30 alle 12.00.

Il titolo è il seguente: ”Il Big Bang e la massa mancante dell’universo” ma ha anticipato che preferirebbe rispondere direttamente a tutte le domande che i corsisti vorranno fargli.

Gli piacerebbe poter interagire con una classe così speciale, questa è un’occasione unica per un astronomo che vuole anch’egli fare nuove esperienze.

Qui di seguito un breve curriculum di Paolo Saraceno.

PAOLO SARACENO

INAF – Istituto Nazionale di Astronomia ed Astrofisica

Laureato in fisica alla Sapienza di Roma nel 1968, dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Astronomia ed Astrofisica (INAF) e responsabile del gruppo “Studio della formazione stellare e dei sistemi planetari” dell’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario di Roma.

Fisico sperimentale ha partecipato negli anni ’70 alla realizzazione dei primi strumenti per astronomia infrarossa costruiti in Italia.

Si è occupato di osservazioni astronomiche da terra e da satellite. Ha coordinato lo sforzo italiano per la realizzazione del satellite ISO (Infrared Space Observer) dell’ESA, lanciato nel 1995 e del satellite Herschel, lanciato il 14 maggio 2009.

La sua attività scientifica ha riguardato soprattutto lo studio dei processi con cui nascono le stelle e i pianeti, ha pubblicato circa 150 lavori su riviste internazionali e dal 1990 tiene un corso di astrofisica per il master d’ingegneria aerospaziale dell’università di Roma.

Negli ultimi anni si è occupato di questioni energetiche ed ambientali, ha studiato i meccanismi che hanno reso possibile l’esistenza della vita sulla terra e quelli che possono distruggerla; ha pubblicato i libri:
“Il caso Terra” – Mursia 2007;
“Beyond the Stars” – World Scientific 2012.

Dal dicembre 2010 è membro delle commissioni di valutazione di impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente.   

A tutti voi un caro saluto,

Andrea Miccoli.