ALTARE
ALTARE
LA COSTELLAZIONE
L’Altare (in latino Ara, sigla Ara) è una piccola costellazione australe visibile con difficoltà solo dalle regioni meridionali dell’Italia.
Le coordinate del punto centrale sono: 17h 00min di Ascensione Retta (AR) e -55° di declinazione (delta).
LE STELLE
Non ci sono stelle di particolare interesse per l’astrofilo.
GLI OGGETTI CELESTI
Non ci sono oggetti celesti di particolare interesse per l’astrofilo.
L’asterismo della costellazione dell’Altare
L’Altare visto da Hevelius
IL MITO
Il nome originario deriva dal nome dell’Altare dedicato al Centauro Chirone, la creatura terrestre più saggia.
AFELIO
AFELIO
Carissimi amici ciechi ed ipovedenti,
nella mail precedente avevo detto che ci saremmo ri-sentiti a settembre in occasione dell’Equinozio Autunnale.
Da alcuni di voi mi è stato chiesto di poter ricevere qualche notiziola di questo tipo senza attendere dei mesi. La cosa mi ha fatto piacere.
Eccoci qua, ma devo fare subito una piccola premessa: queste mail non hanno lo scopo di fornire tutte le spiegazioni necessarie per far capire, nel dettaglio, come e perché avvengono i fenomeni astronomici di cui vi scrivo, per questo ci vorrebbero dei libri interi ed una adeguata preparazione di base che, in queste piccole chiacchierate, escludo a priori.
Quindi diciamo che queste mail servono solo per fornire un’informazione leggera su argomenti vari di astronomia a persone che di astronomia ne sanno poco o… nulla.
Oggi parliamo dell’Afelio perché domani, 5 luglio 2013, alle ore 17, noi arriviamo con la nostra Terra, in quel punto dell’orbita che si chiama Afelio che è il punto più lontano dal Sole. La parola Afelio deriva da apò-heliòs. Col tempo è sparita la ò di apò e la p si è unita all’h di helios diventando f, perciò: Afelio.
L’orbita è un giro completo della Terra intorno al Sole, dura un anno.
Il punto che si trova esattamente dall’altra parte dell’orbita è il Perielio, il punto più vicino al Sole; lì arriveremo il 4 gennaio 2014.
Se c’è un punto più lontano ed un punto più vicino allora è evidente che l’orbita della Terra non è un cerchio! Infatti ha la forma di un’ellisse che è un cerchio un po’ schiacciato.
Il Sole non sta proprio al centro ma leggermente spostato da una parte lungo l’asse maggiore.
Per questo motivo la Terra nel suo percorso orbitale una volta è vicina al Sole ed una volta è più lontana.
Questa variazione di distanza porta come conseguenza anche una variazione dell’intensità della forza con cui la Terra ed il Sole si attraggono.
Ovviamente si attraggono di più quando sono vicini (Perielio) e di meno quando sono lontani (Afelio), come le calamite.
Due corpi che si attraggono tendono ad avvicinarsi almeno un po’, anche pochissimo, ma la Terra con il Sole anche se si attraggono molto non variano la loro distanza media che è sempre 150 milioni di chilometri.
Se a causa della maggiore attrazione si fossero avvicinati ogni anno di qualche metro, da quando sono nati fino ad oggi, la Terra non esisterebbe più, sarebbe già finita nel Sole visto che sono passati 4 miliardi di anni (anno + anno -).
Ma come fa la Terra a non avvicinarsi nemmeno di un metro ogni anno? Specialmente dove l’attrazione è più forte? La risposta è:dove l’attrazione è maggiore la velocità della Terra aumenta.
E se aumenta la velocità aumenta la forza centrifuga: forza centri-fuga, fuga dal centro, è la forza con cui la Terra tende ad allontanarsi dal Sole e si oppone all’attrazione del Sole di quel tanto che basta per mantenersi sempre alla giusta distanza.
Quindi al Perielio la distanza è minima (147 milioni di km), l’attrazione con il Sole è massima e la velocità è la più elevata: 109000 km/h.
All’Afelio la distanza è la massima (152 milioni di km), l’attrazione è minima e la velocità è la più bassa: 105000 km/h. questa è la velocità che abbiamo in questo momento, mentre leggiamo questa mail.
Ma la velocità media di tutto l’anno è 107000 km/h.
A questo punto chiunque ha una calcolatrice (ma anche senza!) può conoscere quant’è grande l’orbita della Terra, cioè quant’è lungo il percorso che la Terra compie ogni anno, intorno al Sole. (Si moltiplica 107000 km/h per il numero di ore che ci sono in un anno… viene 937.962.000 km).
Adesso, in estate, la Terra è più lenta ed in inverno è più veloce.
Per vedere se ciò è vero prendiamo il calendario e sommiamo insieme i giorni dell’autunno e dell’inverno: viene 180. Poi sommiamo i giorni della primavera e dell’estate: 185.
Dai due risultati si vede chiaramente che il tratto più “lento” è quello estivo che la Terra percorre impiegando 5 giorni di più.
Ma se la Terra in estate è più lontana dal Sole, come mai da noi fa più caldo? Non dovrebbe essere il contrario?
Teniamo presente che quando nel nostro emisfero è estate, nell’emisfero sud è inverno.
Poi, a dicembre, la situazione si inverte.
Quindi con la Terra lontana dal Sole qui da noi è estate ma contemporaneamente da loro è inverno, questo fa capire che il caldo ed il freddo non sono determinati dalla distanza del Sole perché, se così fosse, dovrebbe essere inverno su tutta la Terra, quindi la causa dell’inverno e dell’estate non è la distanza ma un’altra condizione.
Questa condizione è l’inclinazione dei raggi solari nella nostra atmosfera, è questa inclinazione che ci regala le stagioni.
Questo regalo è reso possibile dal fatto che la Terra mentre fa il suo giro intorno al Sole mantiene sempre l’asse di rotazione con la stessa inclinazione e nella stessa direzione, in pratica: sempre parallelo a se stesso.
Qui ci vorrebbe il ROTOGEO, uno dei tanti strumenti che ho realizzato proprio per questo tipo di spiegazioni per le quali non bastano le parole né le immagini. Vedenti o non vedenti fa lo stesso, ci vogliono gli strumenti giusti per far vedere e comprendere fenomeni che avvengono nelle 4 dimensioni (le 3 dimensioni spaziali + il tempo).
Per chi vuole curiosare: www.astronomiapontina.it
Quando il Sole è sulle nostre teste scotta letteralmente, perché i raggi attraversano l’atmosfera per la via più breve, come quando noi dobbiamo inchiodare un chiodo in un’asse di legno: se lo mettiamo dritto i chiodo facilmente esce dall’altra parte, ma se lo mettiamo obliquo facciamo molta più fatica a far avanzare il chiodo nel legno.
Così il Sole quando entra obliquamente nell’atmosfera: più è basso sull’orizzonte, e più è ridotto il suo calore.
Addirittura quando è sull’orlo dell’orizzonte, all’alba ed al tramonto, il suo calore è nullo.
In quei due momenti possiamo osservare il Sole senza protezione per gli occhi, ci appare rosso perché tutti gli altri colori non ce l’hanno fatta ad arrivare fino a noi, solo il rosso ce l’ha fatta perché è più penetrante di tutti gli altri e vediamo il Sole con questo colore.
Il Sole sull’orizzonte oltre ad essere rosso sembra essere molto più grande di quanto in è in realtà.
Questa incredibile illusione ottica, che nessuno accetta facilmente, è causata dal nostro cervello che interpreta in modo scorretto ciò che gli occhi correttamente gli mandano.
Il Sole sull’orizzonte viene considerato vicino alla Terra, vicino a…”casa”, qui vicino….a due passi…..a portata di mano… E invece non è così!!! Sera o mattina o mezzogiorno il Sole è sempre alla stessa distanza. Ma….vàglielo a raccontare al cervello! Niente da fare! Non ne vuol sapere nulla! Chiunque vede il Sole all’orizzonte dice subito: “che grande!….che bello!”
Solo con la macchinetta fotografica si scopre facilmente l’inganno.
E’ un inganno, è vero, ma molto dolce, perché osservando il Sole grande sull’orizzonte, di solito, si apre il cuore agli innamorati, e diventa romantico anche un elefante!…
Per adesso fermiamoci qua.
Vi prego di porgere questa mail a tutti gli amici ciechi ed ipovedenti che potrebbero essere incuriositi, interessati, stimolati o divertiti da questi argomenti.
Vi ringrazio in anticipo per qualunque osservazione vorrete farmi.
Ciao e grazie,
Andrea Miccoli.
BLU MOON – LUNA BLU
BLU MOON – LUNA BLU
Non si tratta di un effetto cromatico ma di una curiosità legata al calendario, poiché Blue Moon è semplicemente un’espressione popolare diffusa nel mondo anglosassone, con cui si indica che nello stesso mese è possibile osservare per due volte la Luna piena.
Si tratta di un evento non molto frequente, tanto che la frase “once in a blue moon ” ( una volta ogni luna blu ) è rimasta come modo di dire per indicare un evento raro.
Questa particolare situazione si verifica in media ogni 2 anni e mezzo.
Nel 2009 si è avuta la Blu Moon il 31 dicembre, la successiva si avrà nell’agosto del 2012.
ADDIO 2013
ADDIO 2013
Carissimi amici ciechi ed ipovedenti,
la cometa di cui vi ho parlato il mese scorso -la cometa ISON- non c’è più, è finita!
Proprio così, aveva alimentato le previsioni più rosee e più ardite circa la sua visibilità nel limpido e freddo cielo invernale ed invece ha terminato la sua lunga esistenza nel momento in cui ha realizzato il suo sogno sfiorando il Sole, come il “Consalvo” leopardiano: il bacio tanto desiderato è arrivato insieme con la morte! La morte più bella, secondo il Leopardi.
L’infuocata atmosfera solare l’ha fatta svaporare tutta e la forza di gravità ha sbriciolato e distrutto il piccolo nucleo.
Qui a Latina abbiamo cercato di vederla durante il suo avvicinamento al Sole la mattina del 24 novembre, alle 6 di mattina, eravamo pronti all’appuntamento, infreddoliti ma speranzosi, ma purtroppo, le nuvole non hanno aperto nessun varco nella sua direzione.
Speravamo che in seguito, dopo il passaggio ravvicinato con il Sole, saremmo riusciti a vederla, per questo l’abbiamo seguita con molta trepidazione la sera del 28 novembre sul PC tramite Internet nei momenti cruciali ed invece abbiamo assistito in diretta al suo funerale: l’abbiamo vista che si avvicinava al Sole con tutta la sua splendida e lunga coda (circa 20 milioni di km) e subito dopo il passaggio ravvicinato, invece della cometa restava un buffetto di polvere che si allontanava dal Sole seguendo la stessa orbita e diventando sempre meno evidente. Amen.
Ce ne stanno molte altre in cielo, ma nessuna è visibile facilmente ad occhio nudo come sarebbe stata la Ison a dicembre.
Per tutti sarebbe stata la cometa di Natale, la stella-cometa che non manca mai in nessun presepe. La sua presenza in cielo sarebbe stata un gradito regalo ed un segno di buon auspicio in previsione di tempi non facili.
Comunque, in tutto questo mese di dicembre, in cielo c’è ugualmente un bel regalo: si tratta dell’astro più luminoso per noi dopo il Sole e la Luna: è il pianeta Venere.
In dicembre si vede ogni sera subito dopo il tramonto del Sole per più di un’ora proprio nella zona dove è tramontato il Sole, leggermente a sinistra.
Da gennaio 2014 fino ad ottobre, si vedrà di mattina, prima dell’alba.
C’era anche ai tempi della nascita di Cristo, allora insieme a Venere c’era anche Giove: i due pianeti in assoluto più luminosi erano in una congiunzione così stretta cioè così vicini prospetticamente da far pensare ad una sola luce, la luce di una stella speciale: la stella-cometa, appunto.
Esistono le stelle, esistono le comete, ma le stelle-comete esistono solo nei presepi natalizi, non esistono nella realtà.
Venere è un puntino molto bianco e molto luminoso, che un ipovedente sicuramente può vedere ogni sera di dicembre dalle 17 alle 18 circa.
Come tutti i pianeti, Venere non brilla.
E’ una luce fissa, statica, non varia né di intensità né di colore mentre le stelle, tutte le stelle brillano, cioè la loro luce ha un certo tremolio.
Come mai le stelle brillano ed i pianeti no? Le stelle sono dei puntini microscopici di luce, anche luce intensa, ma sempre puntini piccolissimi dovuti alla grandissima distanza delle stelle da cui proviene quella luce.
Quel raggio di luce arriva ai nostri occhi e nell’attraversare tutta la turbolenta atmosfera terrestre subisce deviazioni e rifrazioni che gli fanno cambiare leggermente, ma continuamente, intensità e colore.
I pianeti invece, sono relativamente vicini, si vedono come delle piccole rotondità che riflettono la luce del Sole e quindi verso di noi non viaggia un raggio sottile di luce ma un fascio di raggi provenienti dalla superficie del pianeta, nel loro insieme i raggi si comportano come un fascio di luce stabile.
Ecco perché la luce dei pianeti non è tremolante al contrario delle stelle che, più o meno, brillano tutte.
Anche una stella grandissima come Antares (dello Scorpione) una delle più grandi dell’universo, per la grande distanza che ci separa da lei la vediamo come un minuscolo, piccolissimo puntino tremolante.
Eppure, è così grande che se Una Mano mettesse Antares al posto del nostro Sole noi staremmo dentro il Sole.
In quel caso la vita non si sarebbe mai sviluppata e la Terra sarebbe stata un pianeta arido come Mercurio, Venere o Marte.
Anche il nostro “piccolo” Sole fra 4 miliardi di anni si dilaterà tanto da sfiorare, quasi, la Terra arroventandola.
E’ chiaro che quando questo succederà qualunque forma di vita sulla Terra sarà già sparita e dopo un altro miliardo di anni anche il Sole si spegnerà definitivamente diventando una stella piccolissima ma pesantissima quindi molto densa, senza produzione di luce né calore: una stella Nana Bianca.
Questa è la fine che farà il nostro Sole.
Ed i pianeti saranno ancora lì a girargli intorno….per sempre, così, fino alla fine dell’universo.
E cioè? Fino a quando? Quando dovrebbe esserci la fine dell’universo?
Non si sa….nessuno lo può dire.
Si sa con grande certezza quando l’universo è nato ma non si sa quando terminerà.
E’ nato quasi 14 miliardi di anni fa da un puntino densissimo che è esploso (Big-Bang) espandendosi velocemente in tutte le direzioni, un po’ come una bomba o un fuoco d’artificio. In quell’attimo è nato tutto: il tempo, lo spazio e la materia.
Quindi, la domanda “cosa c’era prima del Big Bang?” non ha nessun senso, sarebbe come chiedere “com’era questa mela prima che nascesse?”
La stessa cosa dicasi per lo spazio che ancora oggi sta “crescendo” si sta espandendo.
Hanno misurato la velocità di questa espansione, cioè quanti km l’universo si espande ogni secondo ed hanno misurato anche quanto è grande; poi, sono andati all’indietro togliendo ogni secondo -alle dimensioni attuali- i km di espansione guadagnati nel tempo ed ovviamente più si andava indietro nel tempo e più l’universo risultava piccolo e giovane e continuando così sono arrivati a quando l’universo aveva età zero e di dimensioni zero e quello era il momento della nascita: 13,7 miliardi di anni fa.
Su questo non ci sono -quasi- dubbi.
I dubbi ci sono sulla fine che farà il nostro universo:
1-Continuerà ad espandersi per sempre? All’infinito?
2-Si espanderà fino ad un certo punto e tutto finirà e resterà così?
3-Si espanderà fino ad un certo punto e da quel momento in poi -mancando la forza propulsiva dell’esplosione- tutto ricadrà indietro -per la forza di gravità- fino al punto iniziale dove tutto era nato? Questo sarebbe “il big crunch” in opposizione al “big bang”. E qui sorgerebbe l’altra domanda: “quanti Big Crunch” ci sono stati fino adesso? Nessuno può dirlo……
Le teorie sono tante ma per adesso si è d’accordo solo su come è nato l’universo, non sulla sua fine.
Ma adesso parliamo anche del Sole che per nostra fortuna è ancora vivo e vegeto. Non possiamo dimenticarci che questo è il mese del Solstizio d’Inverno. Sei mesi fa (il 21 giugno) abbiamo solennemente accolto il Solstizio d’Estate, e adesso, il 21 dicembre, alle ore 17, la Terra attraverserà il punto del Solstizio Invernale. In questo periodo il Sole a mezzogiorno non è alto in cielo, è parecchio più basso rispetto a come era alto in estate, e per questo motivo le ombre degli oggetti e delle persone sono molto lunghe: un oggetto alto un metro fa un’ombra, per terra, lunga quasi due metri se siamo a Lampedusa, più di due metri se siamo a Roma e più di due metri e mezzo se siamo al Brennero.
Più andiamo verso il nord e più le ombre sono lunghe perché il Sole si vede sempre più basso: è questo il motivo del freddo, il Sole basso, non la distanza della Terra dal Sole, infatti il 4 gennaio la Terra si troverà al Perielio che è il punto dell’orbita più vicino al Sole.
Qui a Latina noi astrofili non perdiamo occasione per divertirci con l’astronomia perciò accoglieremo questo evento astronomico con la Festa del Solstizio d’Inverno, una bella serata di festa che faremo il 20/12, venerdì. Se qualcuno di voi -dei più vicini a Latina- volesse essere dei nostri sarebbe per tutti noi dell’Associazione Pontina di Astronomia per davvero una doppia festa e per me motivo di orgoglio.
Per questo metto qui in calce il mio telefono a vostra disposizione.
Chiudo inviando a voi tutti i miei più fervidi auguri di Buone Feste e l’augurio che il 2014 sia meno drammatico di come si preannuncia.
Personalmente auguro a me stesso che il 2014 non mi porti nulla ma almeno mi lasci quello che ho!
A tutti un caro abbraccio,
Andrea Miccoli