ALTARE
ALTARE
LA COSTELLAZIONE
L’Altare (in latino Ara, sigla Ara) è una piccola costellazione australe visibile con difficoltà solo dalle regioni meridionali dell’Italia.
Le coordinate del punto centrale sono: 17h 00min di Ascensione Retta (AR) e -55° di declinazione (delta).
LE STELLE
Non ci sono stelle di particolare interesse per l’astrofilo.
GLI OGGETTI CELESTI
Non ci sono oggetti celesti di particolare interesse per l’astrofilo.
L’asterismo della costellazione dell’Altare
L’Altare visto da Hevelius
IL MITO
Il nome originario deriva dal nome dell’Altare dedicato al Centauro Chirone, la creatura terrestre più saggia.
DA PLUTONE A … LATINA
DA PLUTONE A … LATINA
Carissimi amici ciechi ed ipovedenti, in questa pillola vi parlerò:
1 – della sonda New Horizon che è passata molto vicina a Plutone
2 – della scoperta di un nuovo pianeta simile alla Terra
3 – delle radio-stelle cadenti di questo mese di agosto
4 – di alcune belle novità riguardanti il corso di astronomia di quest’anno (luglio 2015).
1- La sonda New Horizon (Pronuncia: niù oràizon)
Plutone dista da noi circa 6 miliardi di km.
E’ stato scoperto nel 1930 e per compiere un’orbita intorno al Sole impiega circa 250 anni, quindi, da quando è stato scoperto fino ad oggi ha percorso appena un terzo del suo giro intorno al Sole.
Le sue dimensioni sono poco superiori a metà della nostra Luna.
La sonda americana New Horizon è stata lanciata nel gennaio del 2006 in direzione di Plutone per studiarne i particolari che non è possibile vedere dalla Terra data la grande distanza.
Nel mese di agosto dello stesso anno, solo pochi mesi dopo il lancio, l’Unione Internazionale degli Astronomi riuniti a Praga, decretò il declassamento di Plutone da pianeta a pianeta nano.
Fu un duro colpo per la Nasa che si trovò, così, ad aver avviato una costosa missione spaziale per un pianeta “nano”.
Ma ormai New Horizon correva verso Plutone.
Ma perché declassare un pianeta? Da cosa nasceva questa necessità? Vari motivi e tutti validi.
Li abbiamo ampiamente trattati e spiegati nella Pillola n° 11.
La New Horizon è un insieme di molti strumenti scientifici, ognuno con compiti diversi e molto sofisticati.
Per ogni strumento ce n’è uno in funzione ed un altro è sempre di riserva pronto a subentrare in caso di avaria.
Malgrado tutta questa strumentazione, la New Horizon pesa solamente 470 kg.
Può sembrare tanto ma non è affatto così, anzi.
E’ stato necessario mantenere basso il peso per permettere ad essa di viaggiare alla più alta velocità possibile.
Pensate che è stato l’oggetto creato dall’uomo che si è allontanato più velocemente dal pianeta Terra.
A ben 16 km/s, cioè 57600 chilometri all’ora, ha raggiunto la Luna in sole 9 ore!
Gli astronauti dell’Apollo 11 impiegarono 3 giorni per percorrere la stessa distanza.
In un solo anno è arrivata su Giove e già allora iniziò a mandarci meravigliose fotografie di questo pianeta e dei suoi satelliti.
All’interno della New Horizon oltre ad esserci tanti strumenti come abbiamo detto ci sono anche 9 oggetti molto più bizzarri e curiosi.
Perché proprio 9?
Tanti già lo avranno capito: Plutone era il nono pianeta del Sistema Solare.
Quali sono questi nove tesori trasportati da New Horizon, li vediamo ora insieme:
– Una parte delle ceneri di un uomo. Ovviamente per avere questo onore sicuramente non sono i resti di una persona sconosciuta, ma di un qualcuno molto legato a Plutone. Sono infatti le ceneri dello scopritore di questo pianeta! L’astronomo Clyde Tombaugh, che a soli 23 anni scoprì Plutone. Sull’urna c’è un’incisione che recita: “Qui ci sono i resti di Clyde W. Tombaugh, scopritore di Plutone”.
– Due bandiere degli Stati Uniti d’America. Sappiamo come gli americani abbiano l’abitudine di piantare bandiere ovunque, questa volta nessuno scenderà su Plutone per innalzarle e quindi rimarranno piegate dentro la New Horizon.
– Un francobollo del 1991, ovviamente sempre americano. In quell’anno infatti si era deciso di emettere una serie di 10 francobolli per celebrare i 9 pianeti e la Luna. Il francobollo di Plutone fu però intitolato “Il pianeta ancora inesplorato”.
– Due CD. In uno sono presenti le foto di tutte le persone che hanno lavorato al progetto della New Horizon e nel secondo i nomi di 434 mila esseri umani che parteciparono all’iniziativa “invia il tuo nome su Plutone”.
– Un pezzo di astronave. In particolare un pezzo della SpaceShipOne, che fu la prima astronave privata ad effettuare un volo spaziale uscendo dall’atmosfera terrestre. Su questo pezzettino metallico è presente una targa che recita: “Per commemorare lo storico volo della SpaceShipOne”.
– Due monete, ognuna da un quarto di dollaro. Una viene dal Maryland, patria della New Horizon, l’altra invece dalla Florida. Perchè proprio dalla Florida? Perché dentro la New Horizon è presente materiale radioattivo, di cui vi parlerò tra poco e per effettuare lanci di sonde del genere, è necessaria l’approvazione del governo federale ma anche dello stato dove avviene il lancio, la Florida, appunto.
Vi ho accennato che dentro la New Horizon è presente del materiale radioattivo.
Ma a cosa serve, perché è stato necessario impiegarlo?
Plutone è estremamente distante dal Sole, per caricare le batterie di bordo è impensabile utilizzare del pannelli fotovoltaici.
Questi, per raccogliere un po’ di energia avrebbero dovuto avere dimensioni immense.
Allora la New Horizon è alimentata da un generatore termoelettrico a radioisotopi.
Il decadimento radioattivo del materiale presente genera quel poco di calore che poi è convertito in energia elettrica.
Ma la cosa curiosa arriva adesso: il materiale radioattivo si chiama Plutonio: è un elemento scoperto nel 1940 che fu chiamato così proprio in onore del pianeta Plutone!
Nessuno avrebbe immaginato all’epoca che il Plutonio sarebbe stato la fonte di energia che avrebbe permesso l’esplorazione di Plutone.
Su questa sonda si potrebbe dire tantissimo dal punto di vista tecnologico, evitiamo però tali discorsi.
Nonostante ciò vi racconto un’altra piccola curiosità tecnologica.
Il cervello della New Horizon, cioè il processore elettronico che effettua tutti i calcoli ed operazioni base, è probabile che anche noi, senza saperlo ne abbiamo uno uguale nelle nostre case.
Questo infatti è lo stesso presente nelle famose console ludiche che hanno fatto tanto divertire i nostri ragazzi qualche anno fa, cioè le ormai storiche PlayStation 2.
Il 14 luglio scorso la sonda è passata a circa 12.400 km dal pianeta.
Lo ha fotografato in lungo e in largo, e finalmente abbiamo conosciuto il vero volto di Plutone: non ci sono innumerevoli crateri d’impatto come sulla Luna perché il pianeta è giovane ed ha anche una lieve atmosfera che lo protegge dai meteoriti esattamente come succede sulla nostra Terra.
Sotto la sua superficie dovrebbe avere una grande quantità di acqua ghiacciata che a quella temperatura ( -230 gradi) è dura come la roccia.
La sorpresa che più caratterizza l’immagine attuale di Plutone è una macchia che ha le dimensioni di metà pianeta, un po’ scura, che ha una bella forma di cuore.
2 – Scoperto un pianeta simile alla Terra.
Qualcuno che segue da tempo queste pillole potrebbe dire: di nuovo?
Si, di nuovo!
Infatti ne abbiamo già parlato nella pillola n° 12 di maggio 2014.
Era stato appena scoperto….l’ennesimo “pianeta simile alla Terra” proprio come in questi giorni.
Quello era nella costellazione del Cigno, quest’ultimo si trova nella costellazione di Cassiopea, ambedue passano ogni giorno molto alte nel cielo, quasi sulla nostra verticale e perciò facili da esplorare.
Quello era più lontano mentre questo è più vicino, ma parliamo sempre di distanze stellari.
Cosa vuol dire distanze stellari?
Cosa vuol dire scoprire un pianeta simile alla Terra?
E’ mai possibile vedere un pianeta che gira intorno ad un’altra stella?
No assolutamente!
Come fanno gli scienziati a capire quanto è grande la Nuova Terra, che massa ha, quanto dista dal suo Sole, quanto impiega a fare un’orbita completa?
Tutte queste domande ed altre ancora le abbiamo ampiamente esaminate e chiarite -almeno spero- in modo ampio e completo nella pillola n° 12.
Divertitevi a leggerla anche se già l’avete letta l’anno scorso.
Così, alla prossima (sicura) scoperta di un pianeta simile alla Terra sarete in grado di apprezzarne le novità, qualora ve ne saranno.
3 – Le radio meteore di agosto
Come ogni anno, anche in questo 2015 vi ricordo l’arrivo delle Persèidi dette anche Lacrime di S.Lorenzo.
Il giorno di questo santo è il 10 agosto ma le stelle cadenti arrivano al massimo della loro intensità in cielo intorno al 12 di agosto.
Anche di queste radio-stelle cadenti abbiamo detto molto e c’è poco da aggiungere.
Nell’agosto 2014 non ci furono stelle cadenti visibili perché il cielo era tutto rischiarato dalla luce della Luna Piena.
Ma questo riguardava i vedenti, invece per i non vedenti ci sono sempre le radio-stelle cadenti, anche se piove o è nuvoloso oppure in pieno giorno quando c’è il Sole.
Per conoscere tutti i dettagli di queste informazioni c’è solo da prendere la pillola n°3 di agosto 2013 e leggerla.
Quest’anno la Luna non darà fastidio a nessuno perché il 14 sarà nella fase di Luna Nuova e questo vuol dire che di notte non si vede perché la sua posizione è molto vicina al Sole, quindi il cielo sarà buio ed ogni “strisciata” di luce, anche minima, potrà essere vista.
Per tutti i non vedenti ci sarà l’ascolto di queste “strisciate di luce” che sarà possibile collegandosi all’indirizzo seguente.
Purtroppo, l’eccessivo rumore di fondo, non rende piacevole l’ascolto, ma per adesso, questo passa il convento…(sorriso).
http://topaz.streamguys.tv/~spaceweather/
4 – Novità sul corso di Astronomia appena terminato
A conclusione di un corso frequentato da non vedenti ed ipovedenti, per ricordo dell’esperienza appena conclusa, le belle foto vanno bene per far vedere ad amici e parenti qualcosa di ciò che si è fatto, ma per l’intimo gaudio dei partecipanti al corso è necessaria qualche buona registrazione audio.
Buona, appunto. Quest’anno siamo riusciti nell’intento ricorrendo a dei professionisti del ramo.
Abbiamo, così, potuto produrre una pennetta audio con alcuni stralci delle lezioni, alcune voci dei partecipanti ed alcune foto.
Questa pennetta è stata consegnata a tutti i corsisti insieme con l’attestato di frequenza al momento dei saluti e della chiusura del corso.
Un altro video con audio riassuntivo delle 5 giornate del corso, lo abbiamo già messo su Youtube ed il link lo trovate qui di seguito.
http://youtu.be/jV67OhGk04E
Ci troverete tutti i nomi dei partecipanti e di tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito alla realizzazione del corso.
Appena possibile metteremo su Youtube anche l’intera conferenza del Prof. Saraceno e vi manderemo il link con la prossima pillola.
Anche questa conferenza è stata una importante innovazione -molto apprezzata- che sicuramente ripeteremo anche l’anno venturo con nuovi argomenti e la partecipazione di personalità diverse.
La novità più sorprendente e pregevole, però, è arrivata dall’interno della nostra Associazione Pontina di Astronomia.
Già l’anno scorso i corsisti erano rimasti piacevolmente impressionati da alcuni interventi-flash del nostro giovanissimo socio: Andrea Alimenti.
Quest’anno gli è venuta un’idea tanto originale quanto ardita: spiegare come avviene la formazione, la composizione e l’origine scientifica dei colori.
Siccome la lezione è stata molto gradita anche con attestazioni di apprezzamento pervenute dai partecipanti anche dopo il loro ritorno a casa, abbiamo deciso di produrre l’intera sua trattazione in un video che verrà pubblicato su Youtube.
A voi, con la prossima pillola che sarà confezionata da lui, vi arriverà, nella mail, il file audio di questo interessante lavoro.
Ora una segnalazione: c’è tra di voi un appassionato di bricolage e di astronomia, che dopo aver conosciuto i miei strumenti durante le lezioni del 2014 ne ha replicati alcuni con grande abilità malgrado i problemi legati alla mancanza della vista.
Il suo nome è Roberto Sarchielli (cell. 334 206 6665) e gradirebbe conoscere altri con la stessa passione per scambiarsi consigli ed esperienze su strumenti ed argomenti di astronomia.
Vi lascio con l’augurio di un’estate un po’ meno afosa.
A tutti voi un caro saluto,
Andrea Miccoli.
CERERE ED ALTRO …
CERERE ED ALTRO …
Carissimi amici ciechi ed ipovedenti,
ritorno a voi con questa pillola di astronomia dopo un lungo periodo di silenzio forzato.
Non ci sentiamo da Natale.
Da allora molti eventi astronomici degni di attenzione sono passati sotto silenzio.
Sicuramente quello più importante è stato l’eclissi parziale di Sole del 20 marzo, ma anche l’equinozio di primavera che si verificava nello stesso giorno, ma di equinozio abbiamo già parlato (settembre 2013).
Inoltre, abbiamo lasciato Rosetta a dicembre vicino alla cometa su cui c’è la sonda Philae con le batterie scariche.
Anche Samantha Cristoforetti dobbiamo vedere come sta quando manca ormai un mese al rientro sulla Terra.
Ed in aggiunta c’è da segnalare una strana novità -di cui parliamo subito- che riguarda l’unico pianeta nano che si trova nella affollatissima fascia degli asteroidi: si chiama Cérere.
Da pochi giorni, una sonda americana, dopo un viaggio di otto anni, gli sta orbitando intorno.
A mano a mano che la sonda si avvicinava a Cérere si notava sempre meglio che sulla sua superficie c’erano due punti molto luminosi, quasi fossero due luci accese.
Fino ad oggi non si può ancora dire se si tratta di luce propria di Cérere, generata chissà come, oppure se trattasi di luce riflessa proveniente non si sa da dove.
Sicuramente tutta l’attenzione dei tecnici della NASA ormai è concentrata su queste due strane sorgenti luminose.
Penso che molto presto sarà chiarito lo strano enigma e noi ne riparleremo
Ora diamo un’occhiatina sulla cometa dove s trova la sonda Philae (o File, scritto come si pronuncia).
Questa sonda sappiamo che sta lì sulla cometa dove la sonda-madre Rosetta l’ha sganciata, ma nessuno sa dove si trova esattamente né si sa se riprenderà -presto o tardi- a rifunzionare.
C’è una quasi-certezza che la cometa avvicinandosi al Sole dovrebbe ricevere molta più luce di prima e ciò potrebbe essere d’aiuto alle batterie di Philae per raggiungere una discreta carica e permettere, così, un altro collegamento con Rosetta e quindi anche con la Terra.
Ormai l’estate è vicina e tra poco la cometa, scaldata dal Sole, dovrà mostrare le sue bellezze più caratteristiche come la chioma e la coda ed è davvero intrigante pensare che dentro quella chioma e quella coda così impenetrabili ai telescopi della Terra c’è un manufatto dell’uomo (Philae) che doveva mostrarci dall’interno, cioè dalla superficie della cometa, che cosa realmente avviene in quei giorni.
Speriamo che Philae si svegli e ci regali tante belle emozioni.
Cari amici, anche di questo ne riparleremo, speriamo fortemente che siano delle belle sorprese.
Samantha Cristoforetti è arrivata nella Stazione Spaziale (ISS) insieme ai suoi due compagni di viaggio il 22 novembre 2014.
Tutti e tre ritorneranno a casa il prossimo 14 maggio 2015, dopo sei mesi di permanenza nello spazio in ambiente a zero gravità.
Si pensava che sei mesi fossero troppi da passare in quelle condizioni, ma attualmente ci sono sulla ISS due nuovi astronauti che, per la prima volta, resteranno nella Stazione Spaziale non 6 mesi ma un anno intero.
Uno di questi due astronauti ha un fratello gemello che è anche lui astronauta della NASA ma è rimasto a Terra a disposizione degli scienziati.
Durante questo anno saranno effettuati molti test ed esperimenti in contemporanea sui due gemelli per cercare di capire, con sicurezza, in quale modo la lunga permanenza in assenza di gravità può modificare i parametri fisici, comportamentali, psicologici, ecc, di una persona che, per l’ambiente dove si trova, non può permettersi nessun errore.
Anche se a bordo della ISS non ci sarà più la nostra eccezionale Samantha, seguiremo ugualmente con interesse l’evolversi degli eventi per darvi le eventuali novità.
Accenniamo all’eclissi parziale di Sole del 20 marzo scorso per darvi qualche curiosità.
A me come astrofilo sembra quasi incredibile ma la realtà è questa: più di qualche persona non se n’è accorta neppure!
In effetti qui da noi la Luna copriva il Sole per una buona metà, ma è difficile per chiunque accorgersi che la luce è diminuita.
Il Sole è una sorgente talmente potente di luce che seppure ne manca la metà è sempre tantissima da non creare nessuna sorpresa.
E’ come se durante il giorno passasse davanti al Sole un po’ di foschia o una nuvoletta, chi alzerebbe lo sguardo per cercare di capire quel leggerissimo abbassamento di luce?
Questo ha reso l’eclissi del 20 marzo scorso uno spettacolo seguito solo da chi lo sapeva già.
E cioè quasi tutti, perché la TV ed i giornali ne avevano abbondantemente parlato.
In Italia ed in tutta l’Europa l’eclissi era parziale mentre vicino al polo nord era totale.
Il punto della totalità è sempre molto piccolo perché è piccola l’ombra della Luna che arriva sulla Terra (quando arriva), parliamo di una macchiolina di ombra grande circa 250 km al massimo.
Solo in quell’ombra l’eclissi di Sole è totale, solo chi sta lì vede il Sole completamente eclissato, cioè non lo vede perché c’è la Luna davanti , anzi lo vede ma è un Sole nero-nero che si staglia contro tutto il resto del cielo che è blu molto scuro, è quasi notte e si vedono alcune stelle.
L’eclissi totale di Sole è davvero l’evento più impressionante e sconvolgente che il cielo possa offrire ai terrestri.
Pochi minuti in cui il Sole sembra morire, e con lui tutta la natura compresi noi che ci sentiamo il centro di tanta catastrofe.
In quei pochissimi minuti, puoi essere astrofilo, astronomo, scienziato o analfabeta ma senti come un cazzotto nello stomaco che ti fa capire perché e quanto gli antichi dovevano essere terrorizzati e sconquassati dalla paura.
Quanto dura questo spettacolo?
Poiché la Luna non sta ferma in cielo, la sua ombra si muove sulla Terra a circa 2000 km all’ora, per questo motivo l’eclissi totale di Sole non potrà mai durare più di circa 7 minuti.
In Ungheria nel 1999 fu di 2 minuti e 22 secondi mentre in Egitto nel 2006 fu di circa 4 minuti.
Queste sono le uniche due eclissi totali di Sole a cui io ho avuto la possibilità di assistere.
Ma ci stiamo già organizzando per il 2017 di cui parlo qui di seguito.
L’anno prossimo (9 marzo 2016) l’ombra della Luna passerà nell’Oceano Pacifico e l’eclissi totale di Sole durerà ben 4 minuti e 9 secondi a disposizione di chi andrà in crociera per vedere l’eclissi in quelle acque.
L’anno seguente (21 agosto 2017) l’ombra della Luna (2 minuti e 48 secondi) attraverserà tutti gli Stati Uniti, dall’Oceano Pacifico all’Oceano Atlantico.
Mancano ancora oltre 2 anni ma per quella data ci stiamo già organizzando. (Sperando che… incrociamo le dita… sorrisetto).
L’eclissi di Luna, a differenza di quella di Sole, può durare anche più di un’ora e mezza.
Si ha quando la Luna passa dietro alla Terra cioè nell’ombra della Terra.
Ciò avverrà il 28 settembre di quest’anno 2015, lunedì.
La Luna entrerà nell’ombra della Terra la mattina alle ore 04.12 e ne uscirà alle 05.30.
Essendo il lunedì una giornata lavorativa e di scuola, penso che pochi potranno mettere la sveglia per seguire l’intero evento ma una sbirciatina anche in pigiama, attraverso i vetri della finestra, potete e dovete consigliarla perché è l’unico momento in cui, anche con un piccolo binocolo, si vede la Luna Rossa.
Questo colore è l’unico colore della luce del Sole che riesce ad attraversare l’atmosfera terrestre in modo tangenziale nei 360 della Terra dove il Sole si vede basso sull’orizzonte.
Una volta attraversato tutto quello spessore, la luce del Sole non ha più tutti i colori dell’iride che aveva quando è entrata ma le resta solo il rosso. Quindi dietro alla Terra, l’ombra della Terra è tutta circonfusa da questa colorazione rosso-cupo.
La Luna apparirà rossa sia all’entrata che all’uscita del cono d’ombra della Terra.
Parleremo diffusamente di eclissi durante il Seminario di Astronomia di quest’anno 2015 ed in particolar modo di questa di settembre e dell’eclissi totale di Sole del 2017 negli Stati Uniti.
Il Seminario di astronomia per ciechi ed ipovedenti inizierà lunedì 13 luglio e terminerà sabato 18 luglio 2015, sempre qui a Latina, con le stesse modalità dell’anno scorso e, più o meno, con lo stesso programma visto che è andato così bene.
Dico questo in risposta ai frequentatori dell’anno scorso che hanno chiesto di potersi iscrivere anche quest’anno.
Le novità -ovviamente- non possono essere tantissime perché gli strumenti didattici sono quelli, ma possiamo dire che di nuovo ci sarà un buon 20%.
Tra qualche giorno vi manderò il programma con le istruzioni ed i dettagli per l’iscrizione.
Solo 8 persone: questo numero è ben collaudato ed è la prima garanzia per la buona riuscita del seminario.
Potrete trovare questa pillola e tutte le precedenti nel nostro sito (www.astronomiapontina.it), con il link nella prima pagina.
A tutti voi un caro saluto,
Andrea Miccoli.
AFELIO
AFELIO
Carissimi amici ciechi ed ipovedenti,
nella mail precedente avevo detto che ci saremmo ri-sentiti a settembre in occasione dell’Equinozio Autunnale.
Da alcuni di voi mi è stato chiesto di poter ricevere qualche notiziola di questo tipo senza attendere dei mesi. La cosa mi ha fatto piacere.
Eccoci qua, ma devo fare subito una piccola premessa: queste mail non hanno lo scopo di fornire tutte le spiegazioni necessarie per far capire, nel dettaglio, come e perché avvengono i fenomeni astronomici di cui vi scrivo, per questo ci vorrebbero dei libri interi ed una adeguata preparazione di base che, in queste piccole chiacchierate, escludo a priori.
Quindi diciamo che queste mail servono solo per fornire un’informazione leggera su argomenti vari di astronomia a persone che di astronomia ne sanno poco o… nulla.
Oggi parliamo dell’Afelio perché domani, 5 luglio 2013, alle ore 17, noi arriviamo con la nostra Terra, in quel punto dell’orbita che si chiama Afelio che è il punto più lontano dal Sole. La parola Afelio deriva da apò-heliòs. Col tempo è sparita la ò di apò e la p si è unita all’h di helios diventando f, perciò: Afelio.
L’orbita è un giro completo della Terra intorno al Sole, dura un anno.
Il punto che si trova esattamente dall’altra parte dell’orbita è il Perielio, il punto più vicino al Sole; lì arriveremo il 4 gennaio 2014.
Se c’è un punto più lontano ed un punto più vicino allora è evidente che l’orbita della Terra non è un cerchio! Infatti ha la forma di un’ellisse che è un cerchio un po’ schiacciato.
Il Sole non sta proprio al centro ma leggermente spostato da una parte lungo l’asse maggiore.
Per questo motivo la Terra nel suo percorso orbitale una volta è vicina al Sole ed una volta è più lontana.
Questa variazione di distanza porta come conseguenza anche una variazione dell’intensità della forza con cui la Terra ed il Sole si attraggono.
Ovviamente si attraggono di più quando sono vicini (Perielio) e di meno quando sono lontani (Afelio), come le calamite.
Due corpi che si attraggono tendono ad avvicinarsi almeno un po’, anche pochissimo, ma la Terra con il Sole anche se si attraggono molto non variano la loro distanza media che è sempre 150 milioni di chilometri.
Se a causa della maggiore attrazione si fossero avvicinati ogni anno di qualche metro, da quando sono nati fino ad oggi, la Terra non esisterebbe più, sarebbe già finita nel Sole visto che sono passati 4 miliardi di anni (anno + anno -).
Ma come fa la Terra a non avvicinarsi nemmeno di un metro ogni anno? Specialmente dove l’attrazione è più forte? La risposta è:dove l’attrazione è maggiore la velocità della Terra aumenta.
E se aumenta la velocità aumenta la forza centrifuga: forza centri-fuga, fuga dal centro, è la forza con cui la Terra tende ad allontanarsi dal Sole e si oppone all’attrazione del Sole di quel tanto che basta per mantenersi sempre alla giusta distanza.
Quindi al Perielio la distanza è minima (147 milioni di km), l’attrazione con il Sole è massima e la velocità è la più elevata: 109000 km/h.
All’Afelio la distanza è la massima (152 milioni di km), l’attrazione è minima e la velocità è la più bassa: 105000 km/h. questa è la velocità che abbiamo in questo momento, mentre leggiamo questa mail.
Ma la velocità media di tutto l’anno è 107000 km/h.
A questo punto chiunque ha una calcolatrice (ma anche senza!) può conoscere quant’è grande l’orbita della Terra, cioè quant’è lungo il percorso che la Terra compie ogni anno, intorno al Sole. (Si moltiplica 107000 km/h per il numero di ore che ci sono in un anno… viene 937.962.000 km).
Adesso, in estate, la Terra è più lenta ed in inverno è più veloce.
Per vedere se ciò è vero prendiamo il calendario e sommiamo insieme i giorni dell’autunno e dell’inverno: viene 180. Poi sommiamo i giorni della primavera e dell’estate: 185.
Dai due risultati si vede chiaramente che il tratto più “lento” è quello estivo che la Terra percorre impiegando 5 giorni di più.
Ma se la Terra in estate è più lontana dal Sole, come mai da noi fa più caldo? Non dovrebbe essere il contrario?
Teniamo presente che quando nel nostro emisfero è estate, nell’emisfero sud è inverno.
Poi, a dicembre, la situazione si inverte.
Quindi con la Terra lontana dal Sole qui da noi è estate ma contemporaneamente da loro è inverno, questo fa capire che il caldo ed il freddo non sono determinati dalla distanza del Sole perché, se così fosse, dovrebbe essere inverno su tutta la Terra, quindi la causa dell’inverno e dell’estate non è la distanza ma un’altra condizione.
Questa condizione è l’inclinazione dei raggi solari nella nostra atmosfera, è questa inclinazione che ci regala le stagioni.
Questo regalo è reso possibile dal fatto che la Terra mentre fa il suo giro intorno al Sole mantiene sempre l’asse di rotazione con la stessa inclinazione e nella stessa direzione, in pratica: sempre parallelo a se stesso.
Qui ci vorrebbe il ROTOGEO, uno dei tanti strumenti che ho realizzato proprio per questo tipo di spiegazioni per le quali non bastano le parole né le immagini. Vedenti o non vedenti fa lo stesso, ci vogliono gli strumenti giusti per far vedere e comprendere fenomeni che avvengono nelle 4 dimensioni (le 3 dimensioni spaziali + il tempo).
Per chi vuole curiosare: www.astronomiapontina.it
Quando il Sole è sulle nostre teste scotta letteralmente, perché i raggi attraversano l’atmosfera per la via più breve, come quando noi dobbiamo inchiodare un chiodo in un’asse di legno: se lo mettiamo dritto i chiodo facilmente esce dall’altra parte, ma se lo mettiamo obliquo facciamo molta più fatica a far avanzare il chiodo nel legno.
Così il Sole quando entra obliquamente nell’atmosfera: più è basso sull’orizzonte, e più è ridotto il suo calore.
Addirittura quando è sull’orlo dell’orizzonte, all’alba ed al tramonto, il suo calore è nullo.
In quei due momenti possiamo osservare il Sole senza protezione per gli occhi, ci appare rosso perché tutti gli altri colori non ce l’hanno fatta ad arrivare fino a noi, solo il rosso ce l’ha fatta perché è più penetrante di tutti gli altri e vediamo il Sole con questo colore.
Il Sole sull’orizzonte oltre ad essere rosso sembra essere molto più grande di quanto in è in realtà.
Questa incredibile illusione ottica, che nessuno accetta facilmente, è causata dal nostro cervello che interpreta in modo scorretto ciò che gli occhi correttamente gli mandano.
Il Sole sull’orizzonte viene considerato vicino alla Terra, vicino a…”casa”, qui vicino….a due passi…..a portata di mano… E invece non è così!!! Sera o mattina o mezzogiorno il Sole è sempre alla stessa distanza. Ma….vàglielo a raccontare al cervello! Niente da fare! Non ne vuol sapere nulla! Chiunque vede il Sole all’orizzonte dice subito: “che grande!….che bello!”
Solo con la macchinetta fotografica si scopre facilmente l’inganno.
E’ un inganno, è vero, ma molto dolce, perché osservando il Sole grande sull’orizzonte, di solito, si apre il cuore agli innamorati, e diventa romantico anche un elefante!…
Per adesso fermiamoci qua.
Vi prego di porgere questa mail a tutti gli amici ciechi ed ipovedenti che potrebbero essere incuriositi, interessati, stimolati o divertiti da questi argomenti.
Vi ringrazio in anticipo per qualunque osservazione vorrete farmi.
Ciao e grazie,
Andrea Miccoli.