ALTARE
ALTARE
LA COSTELLAZIONE
L’Altare (in latino Ara, sigla Ara) è una piccola costellazione australe visibile con difficoltà solo dalle regioni meridionali dell’Italia.
Le coordinate del punto centrale sono: 17h 00min di Ascensione Retta (AR) e -55° di declinazione (delta).
LE STELLE
Non ci sono stelle di particolare interesse per l’astrofilo.
GLI OGGETTI CELESTI
Non ci sono oggetti celesti di particolare interesse per l’astrofilo.
L’asterismo della costellazione dell’Altare
L’Altare visto da Hevelius
IL MITO
Il nome originario deriva dal nome dell’Altare dedicato al Centauro Chirone, la creatura terrestre più saggia.
PILLOLA N° 19
PILLOLA N° 19
Il corso di Astronomia 2015 a Latina.
Cari amici ciechi ed ipovedenti,
solo due mini-riferimenti agli argomenti che abbiamo lasciato aperti.
Dopo la conclusione della missione di Samantha con la Stazione Spaziale gli argomenti che da un po’ di tempo stiamo seguendo con la speranza di sentire qualcosa di positivo sono diventati solo due.
L’11 giugno scorso Samantha Cristoforetti è tornata con i piedi sulla Terra e adesso, dopo quasi un mese di esercizi di riadattamento alla gravità, ha ripreso a camminare normalmente ma continua a seguire speciali esercizi per il recupero completo del senso dell’equilibrio.
Adesso si trova a Colonia in Germania che è il centro europeo dell’Agenzia Spaziale Europea e forse in ottobre sarà in Italia con il team di tecnici dell’ESA che l’ha assistita durante tutta la missione nella ISS.
Ricordate la missione Rosetta che doveva depositare la sonda File sulla cometa?
File invece di adagiarsi dolcemente sulla superficie rimbalzò e al terzo ed ultimo rimbalzo si perse.
Forse capovolta in qualche crepaccio.
Dopo una 60-ina di ore smise di funzionare perché il Sole non caricava più le batterie di bordo.
Tutto il mondo scientifico ha avuto un sussulto di grande euforia lo scorso 13 giugno quando File ha ripreso a funzionare.
Ha funzionato per quasi un minuto e mezzo, ha inviato a Rosetta parecchi dati che aveva in memoria, aveva ancora parecchia energia, circa 24 watt, con circa 800 pacchetti di dati ancora in memoria, ma da allora non si sente più nulla.
Il progressivo avvicinamento della cometa Churiumov-Gerasimenko al Perielio (13 agosto 2015) quando la luce ed il calore del Sole saranno più intensi, fa sperare in qualche altro risveglio di File.
Restiamo in attesa e speriamo in buone nuove dallo spazio.
Quelle due luci strane avvistate sul pianeta nano Cèrere che si trova nella fascia degli asteroidi, fra Marte e Giove, ancora non ha svelato il suo mistero.
O meglio, gli studiosi ormai hanno gli elementi necessari ma aspettano a pronunciarsi.
Abbiamo già parlato di queste sorgenti di luce ma ancora non si sa se è una riflessione della luce del Sole causata da un banco di sale o da altra sostanza cristallina, oppure luce generata dal pianeta nano.
Non si sa, per adesso. Anche di questo ne riparleremo appena sarà svelato l’arcano.
Il corso di astronomia destinato solo ai ciechi ed agli ipovedenti è arrivato alle porte.
Inizia lunedì 13 luglio 2015 e terminerà sabato 18 luglio.
Una settimana di astronomia full immersion.
Per gli appassionati di astronomia non più argomenti da leggere o da ascoltare (ce ne sono tanti, Internet ne è piena) ma questa volta strumenti didattici, modellini, piccoli e grandi anche quanto un tavolino.
Tutti docili e felici di farsi leggere dalle esperte mani dei ciechi avide di conoscenza, accompagnati dalle istruzioni dell’insegnante e con un aiuto didatta (uno ogni due corsisti) sempre pronto a guidare.
Il programma giornaliero del corso ormai lo conoscete, è qui:
https://www.astronomiapontina.it/
originariamente è stato confezionato in modo “prudente” perché non c’era la certezza di poter realizzare certe promesse.
In seguito le cose sono andate meglio di come previsto e così abbiamo potuto inserire una importante variazione a cui ci tenevamo moltissimo.
Trattasi di una lezione davvero speciale che sarà tenuta da un grande scienziato italiano: il Prof. Paolo Saraceno.
Una persona che ha dedicato la vita all’Astronomia, raggiungendo livelli di altissima competenza tecnica sia in campo accademico che in campo tecnico e sia come divulgatore delle scienze astronomiche.
Il libro più famoso ma anche più bello e completo è IL CASO TERRA, che parla in modo semplice, chiaro e piacevole di ogni particolare riguardante la vita, l’universo, la Terra del passato e del presente e tutto ciò che esiste oggi non solo in cielo.
Da quando l’ho conosciuto è diventato il mio libro di testo, un vademecum che ho sempre a portata di mano.
Ovviamente ho pensato che se è valido per me lo doveva essere anche per voi e così ho preparato una bella sorpresa.
Questa sua lezione sarà svolta sabato 18 luglio 2015 dalle 10.30 alle 12.00.
Il titolo è il seguente: ”Il Big Bang e la massa mancante dell’universo” ma ha anticipato che preferirebbe rispondere direttamente a tutte le domande che i corsisti vorranno fargli.
Gli piacerebbe poter interagire con una classe così speciale, questa è un’occasione unica per un astronomo che vuole anch’egli fare nuove esperienze.
Qui di seguito un breve curriculum di Paolo Saraceno.
PAOLO SARACENO
INAF – Istituto Nazionale di Astronomia ed Astrofisica
Laureato in fisica alla Sapienza di Roma nel 1968, dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Astronomia ed Astrofisica (INAF) e responsabile del gruppo “Studio della formazione stellare e dei sistemi planetari” dell’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario di Roma.
Fisico sperimentale ha partecipato negli anni ’70 alla realizzazione dei primi strumenti per astronomia infrarossa costruiti in Italia.
Si è occupato di osservazioni astronomiche da terra e da satellite. Ha coordinato lo sforzo italiano per la realizzazione del satellite ISO (Infrared Space Observer) dell’ESA, lanciato nel 1995 e del satellite Herschel, lanciato il 14 maggio 2009.
La sua attività scientifica ha riguardato soprattutto lo studio dei processi con cui nascono le stelle e i pianeti, ha pubblicato circa 150 lavori su riviste internazionali e dal 1990 tiene un corso di astrofisica per il master d’ingegneria aerospaziale dell’università di Roma.
Negli ultimi anni si è occupato di questioni energetiche ed ambientali, ha studiato i meccanismi che hanno reso possibile l’esistenza della vita sulla terra e quelli che possono distruggerla; ha pubblicato i libri:
“Il caso Terra” – Mursia 2007;
“Beyond the Stars” – World Scientific 2012.
Dal dicembre 2010 è membro delle commissioni di valutazione di impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente.
A tutti voi un caro saluto,
Andrea Miccoli.
PERSEIDI, LE METEORE DI AGOSTO
PERSEIDI, LE METEORE DI AGOSTO
Carissimi amici ciechi ed ipovedenti,
siamo in agosto, l’evento astronomico più importante che caratterizza questo mese -ormai da qualche millennio- è l’abbondante caduta di stelle cadenti a cui assistiamo ogni anno.
Sono dette “Lacrime di S. Lorenzo” perché una volta si vedevano intorno al 10 di agosto (giorno di S. Lorenzo) mentre ora l’appuntamento avviene intorno al giorno 12.
Per adesso, non approfondiremo il perché di questa variazione di date.
Sono dette anche “Perseidi” perché la loro provenienza –dal punto di vista di chi le vede arrivare- sembra essere quella zona del cielo dove si vede anche la costellazione del Persèo.
Tecnicamente si chiamano meteore.
Non si può capire nulla delle meteore se prima non si conosce che cosa è una cometa.
Le meteore sono “figlie” delle comete, perciò vediamo brevemente cosa è una cometa e potremo capire anche le stelle cadenti.
Le comete sono piccoli frammenti di materiale che si trova agli estremi confini del sistema solare.
Si tratta del materiale che –per la grande distanza dal Sole- non prese parte alla formazione del sistema solare 5 miliardi di anni fa.
E sta ancora lì. Ogni tanto, a causa di piccolissime perturbazioni gravitazionali, qualche pezzettino si stacca e parte verso chi lo ha perturbato: il Sole. Un viaggio di migliaia e milioni di anni, ma prima o poi arriva!
Che cosa arriva? Di che cosa è fatta la cometa? Quanto è grande?
Le comete sono fatte principalmente di ghiaccio, ghiaccio sporco di sabbia, terra, polvere, sassolini, detriti vari. Non hanno una forma particolare, sono come dei grossi macigni che hanno dimensioni microscopiche rispetto ai pianeti: al massimo 20-30 km di diametro di ghiaccio sporco.
Finché questi corpi sono lontani dal Sole, nessuno li può vedere, data la loro piccolezza, ma quando arrivano dalle parti dell’orbita di Saturno (1,5 miliardi di km) cominciano a sentire il “calduccio” del Sole, il ghiaccio comincia ad evaporare e dalla Terra, con i telescopi, riusciamo a vedere il vapore illuminato dal Sole mentre la cometa corre verso il Sole.
Queste due azioni: l’evaporazione del ghiaccio e la corsa della cometa danno luogo alla famosa coda che può essere lunga pochi milioni di km ma anche varie centinaia di milioni di km.
Più la cometa si avvicina al Sole, più evapora, e più si vede perché aumentano le dimensioni della coda e della chioma che è il vapore bianco del ghiaccio che evapora.
Molte vanno a finire sul Sole (le vediamo perché ci arrivano le immagini del satellite SOHO che dallo spazio osserva sempre il Sole) altre passano e vanno via e non torneranno mai più.
Quelle che arrivano alla giusta distanza dal Sole, con la giusta velocità ed hanno la giusta massa (secondo le leggi di Keplero) –solo quelle- vengono catturate dalla gravità del Sole e gireranno per sempre intorno al Sole con orbite molto schiacciate.
Attenzione, stiamo arrivando alle stelle cadenti!
Quando la cometa si avvicina al Sole il ghiaccio evapora, quindi dove va a finire la sabbia, la terra, la polvere che erano inglobate nel ghiaccio?
Queste piccole parti vengono liberate e cominciano ad espandersi mantenendosi nell’orbita della cometa-madre.
Molte comete dopo molti passaggi, a furia di perdere materiale si esauriscono e letteralmente…spariscono dalla circolazione!
Il materiale rilasciato dalla cometa viaggia nello spazio seguendo la propria…. madre.
Che succede se la Terra passa proprio lì dove stanno passando questi detriti?
Succede che questi vanno a finire contro la Terra e la Terra contro di loro, quindi entrano nell’atmosfera e….ed ecco le stelle cadenti!
Ogni granello di polvere, sabbia, sassolino, sassolone o altro che entra nell’atmosfera ha una velocità così alta che strofinando con l’atmosfera si brucia e si consuma.
Questo bruciamento è velocissimo: meno di un secondo o pochissimi secondi, questa è la meteora, è il granello di sabbia che brucia e si consuma, si vede da lontano perché la sua scia è luminosa, è un puntino di fuoco, che corre per un breve tratto nel cielo buio.
Può essere molto sottile e con un percorso breve tanto che potrebbe essere nascosta con un dito (a braccio teso) ma alcune sono lunghe e brillanti che sarebbe difficile coprirle anche con due o tre mani accostate, in questo caso si chiamano “bolidi” e sono generate non da granelli di sabbia ma da grossi sassi.
Quella che brucia si chiama meteora, prima di bruciare si chiama meteoroide e dopo il bruciamento, se ne rimane un pezzetto che arriva sulla Terra, quello è un meteorite.
Ogni cometa ha l’orbita diversa dalle altre ma tutte fanno –all’incirca- sempre lo stesso giro intorno al Sole, e così fa anche la Terra.
Se le due orbite (cometa-Terra) s’incrociano ci potrebbe essere pericolo di collisioni, ma questo è estremamente difficile.
Più possibile -anzi è sicuro- che le collisioni avvengono con la grande quantità di detriti ogni volta -cioè ogni anno- che la Terra attraversa quel punto dove è passata la cometa. Proprio come succede con le stelle cadenti di agosto, le Perseidi.
La cometa che le genera passa ogni 133 anni, si chiama Swift-Tuttle, ha due nomi perché è stata scoperta quasi contemporaneamente dal signor Swift e dal signor Tuttle nel 1862.
Ha circa 10 km di diametro: piccolina rispetto alle dimensioni della Terra (12.700 km) ma ha le stesse dimensioni dell’asteroide che devastò la Terra e annientò i dinosauri 65 milioni di anni fa.
L’ultima volta è passata nel 1992 e la prossima sarà nel 2126.
C’è chi dice che proprio in quell’anno ci sarà la collisione con la Terra. Ma ormai siamo abituati a sentire quasi ogni giorno qualche allarmismo fatto apposta per attirare l’attenzione.
Gli scienziati sono in grado di sapere a quale passaggio appartengono i detriti con cui la Terra ci farà vedere le stelle cadenti, per questo sanno in anticipo se e quante se ne potranno vedere.
Di solito le Perseidi sono molto abbondanti per tutto il tempo che la Terra impiega ad attraversare questa vasta zona cosparsa di detriti.
Questo tempo inizia ai primi di agosto e finisce dopo Ferragosto con un picco massimo di 100 meteore l’ora che quest’anno cade tra l’11 ed il 12 agosto 2013.
In quelle sere tutto il mondo starà con il naso all’insù.
Anche io farò lo stesso con molte persone che attendono tutto l’anno queste serate.
C’è molta gente che non ha mai visto una stella cadente in vita sua e vederne 50 o 100 in una serata sembra un sogno impossibile.
A proposito di sogni, si dice che quando si vede una stella cadente, se si esprime un desiderio questo, prima o poi, si avvera.
Questa leggenda nasce nell’antichità quando si pensava che il cielo era il regno degli dei.
Quando si vedeva una stella cadente voleva dire che un dio aveva aperto una finestra ed una stellina era caduta sulla Terra e se quel dio ti sta guardando, quale occasione migliore per chiedere un favore? E si esprime il desiderio per ogni stella cadente osservata.
Quest’anno anche voi -cari amici ciechi ed ipovedenti- potete cominciare a scrivere la lunga lista dei desideri, ma che sia lunga!
Perché anche voi potrete osservare un gran numero di stelle cadenti.
Qual è lo strumento che può permettere ad un cieco (o a qualunque udente) di seguire in diretta la caduta delle stelle cadenti?
E’ un radar speciale che riesce a captare l’energia elettromagnetica generata da ogni meteora.
Questo segnale radio viene rivelato e trasformato in un segnale audio che avrà caratteristiche dipendenti dagli elementi fisici e dinamici della meteora.
Questo radar è simile ai radar su cui ho lavorato io nei miei 40 anni di servizio in Aeronautica Militare.
Il segnale di questo radar viene trasmesso in streaming per tutto il WEB 24 ore su 24, ogni giorno.
Mentre vi scrivo questa mail sono sempre collegato e le meteore le sento arrivare eccome!
Una lunga, una corta, una intensa, una più debole, i suoni sono più o meno così:
piiiing………uiiiinnn……fiùùùùùn…..uiiiiiiiii…..ecc. ecc. In un’ora ne ho sentite più di una decina.
E’ niente rispetto a ciò che succederà l’11 ed il 12 agosto.
Appena aprite il link che è qui sotto, apparirà la barretta con i pulsanti di un riproduttore audio dove all’estrema sinistra c’è il pulsante a forma di triangolino per partire. Purtroppo è una barra molto sottile ed il comando è molto piccolo.
Cliccate “avanti” e parte una registrazione audio di 40 secondi dove sentirete un tizio che, in inglese, vi spiega che cosa sta per iniziare.
Anche se non capite niente, dopo 20 secondi che parla vi sarà facile capire che state assaggiando, in anticipo, il suono di una stella cadente.
Alla fine dei 40 secondi dice: “alzate il volume e….buon divertimento!!! “ e da quel momento non c’è più la spiegazione audio e dopo un attimo di silenzio comincia l’ascolto delle stelle cadenti in diretta.
Non ha importanza se è giorno o notte, ci sono sempre, quando più e quando meno.
Sentirete parecchio rumore di fondo perché in cielo ci sono anche migliaia di satelliti artificiali che generano vari disturbi elettrici.
Il radar si trova in America, nel Texas, quindi sentiremo le meteore che cadono sopra il Texas, ma non sono diverse da quelle che cadono qui.
Spero veramente che possiate divertirvi ascoltando quanto sono varie e belle le voci delle stelle cadenti!
Ricordatevi di tutti gli amici ciechi ed ipovedenti che conoscete e fate partecipare anche loro a questo banchetto di emozioni.
Nel sito dell’Associazione Pontina di Astronomia, nella pagina dedicata all’astronomia per i non vedenti ed ipovedenti:
https://www.astronomiapontina.it/
troverete, oltre alle presente, anche le due precedenti “pillole” di giugno e luglio riguardanti il Solstizio Estivo e l’Afelio.
Ecco il link per seguire in diretta la caduta delle stelle cadenti:
http://topaz.streamguys.tv/~spaceweather/
Buon divertimento e ciao a tutti.
Andrea Miccoli
(Cell. 347 5775180)
PASQUA E LE SCOPERTE PASQUALI
PASQUA E LE SCOPERTE PASQUALI
Cari amici ciechi ed ipovedenti,
purtroppo il mese di marzo è passato senza darmi la possibilità di realizzare questo importante appuntamento che ho con voi. Un brutto evento me l’ha impedito. Me ne dispiace.
Il mese di marzo porta con sé l’Equinozio di Primavera che è il punto dell’orbita dove la Terra quest’anno è arrivata il giorno 20 marzo alle ore 16.57.
Dell’equinozio abbiamo detto tutto nella pillola di settembre 2013 ma quello era l’equinozio autunnale, questo di marzo è il momento in cui entra ufficialmente la primavera che è la stagione del risveglio della natura dopo il lungo letargo invernale.
A questo risveglio della natura è stata legata la data della Pasqua.
Mentre l’Equinozio di Primavera da un anno all’altro si sposta solo di 6 ore (per l’anno bisetile), la data della Pasqua varia di molti giorni perché dipende dalla fase lunare.
Vediamo come nasce la data della Pasqua: subito dopo l’equinozio di primavera che viene sempre il 20 marzo, si aspetta la prima Luna Piena.
La prima domenica dopo la Luna Piena è Pasqua.
Facciamo due esempi, uno della Pasqua vicina e l’altro della Pasqua lontana.
Pasqua vicina: 20 marzo equinozio di primavera. 20 marzo Luna Piena, se il 21 marzo è Domenica è anche Pasqua.
Pasqua lontana: 20 marzo Equinozio di Primavera.
Supponiamo che il giorno prima,19 marzo, c’è stata la Luna Piena.
La prossima Luna Piena ci sarà 30 gg. dopo e cioè il 18 aprile.
Se il 18 aprile fosse lunedì la Pasqua sarà il 25 aprile.
Quindi la data della Pasqua può cadere in un giorno qualunque tra il 21 marzo -Pasqua vicina- ed il 25 aprile -Pasqua lontana-.
Non prima e non dopo queste date.
Cambiamo argomento.
Ora vi parlo di una scoperta molto importante che il 17 marzo ha sconvolto il mondo scientifico: la scoperta delle onde gravitazionali del Big Bang.
Parliamo di quasi 14 miliardi di anni fa, quando è nato l’Universo.
Quel grande botto ha cominciato a propagarsi, non come rumore acustico ma come vibrazioni della forza di gravità.
Impiegando particolari telescopi situati al Polo Sud gli scienziati sono riusciti non a vedere ma solo ad intuire queste onde gravitazionali.
Non una scoperta, diretta, chiara ed inequivocabile ma solo una prova indiretta che ancora deve avere l’avallo della comunità scientifica internazionale.
In effetti non si parla proprio dell’attimo del Big Bang ma di un attimo dopo il Big Bang cioè quando c’è stato il momento dell’Inflazione.
Quindi per precisione dobbiamo dire che parliamo delle onde gravitazionali scaturite da quel grande evento che ha sconquassato il nascente universo e che si chiama di inflazione.
Cosa vuol dire “l’inflazione c’è stata un attimo dopo il Big Bang?” Quanto tempo dopo il Big Bang?
Un tempo brevissimo.
Così breve che è difficile anche immaginarlo.
Con la matematica si scrive e si dice 10 elevato alla -35 secondi.
Per capire quanto è piccolo questo tempo bisogna tenere presente che 10 elevato alla -1 è un decimo di secondo, 10 elevato alla -2 è un centesimo di secondo, 10 elevato alla -3 è un millesimo di secondo, 10 elevato alla -35 è un … provate ad immaginare …
Lo so, ha dell’incredibile ma è qualcosa su cui gli scienziati sono (quasi) tutti d’accordo.
Ma che cosa è stata l’inflazione? Insomma cosa è successo in quell’attimo così vicino al Big Bang?
In quell’attimo c’è stata una immediata, abnorme e violenta espansione dell’Universo che è diventato molto simile a come noi lo vediamo oggi.
Prima, durante e dopo il Big Bang non si conosce nulla fino al momento dell’inflazione, da quell’attimo in poi molte cose sono chiare e qualcosa, forse, si comincia anche a vedere, a dimostrazione che le ipotesi della scienza erano giuste.
Aspettiamo che la comunità scientifica internazionale, facendo esperimenti indipendenti, rigorosi e controllabili, trovi la conferma a questa scoperta e se così sarà, sicuramente sentiremo parlare di premio Nobel.
Altro argomento.
Nuovo pianetino nel Sistema Solare
Un’altra scoperta importante, ma di portata più limitata, è stata fatta nel sistema solare. E’ stato scoperto un altro pianetino, un pianeta nano come Plutone, ancora più piccolo ma molto più distante.
E’ stato chiamato 2012 VP113 che è un nome tecnico e provvisorio.
E’ piccolissimo, ha un diametro di circa 500 km, (il diametro della Luna è di 3400 km).
Nel sistema solare è il corpo più lontano dal Sole, la sua distanza quando è al perielio è pari a 80 volte la distanza Terra-Sole cioè circa 12 miliardi di km.
Quando si trova all’afelio, la sua distanza dal sole è di circa 70 miliardi di km: dieci volte la distanza di Plutone.
Per fare un giro intorno al Sole ci mette circa 4.500 anni.
I pianeti-nani diventano sempre più numerosi, perché migliora sempre di più la tecnologia dei telescopi con cui si scruta lo spazio più lontano dove questi si trovano.
Una volta queste ricerche venivano effettuate spendendo faticosissime nottate di osservazioni al telescopio, tenendo l’occhio incollato all’oculare e stando al freddo gelido perché i telescopi per la ricerca sono situati tutti in montagna e senza copertura perché l’osservatorio deve stare -ovviamente- aperto e senza stufette perché l’aria calda con la sua turbolenza, quando passa davanti al tubo del telescopio rende instabile e quasi impossibile la visione.
Oggi invece in montagna ci sono i telescopi con i sensori elettronici che da soli, in modo automatico, oppure guidati da lontano elettronicamente, appena vedono che nel campo inquadrato varia qualcosa in luminosità o movimento (un asteroide, una cometa, una supernova, ecc.) suonano l’allerta a casa dell’astronomo che può stare al calduccio a centinaia di km di distanza.
Attualmente i pianeti nani oltre al nuovo arrivato sono: Plutone, Sedna, Quaoar, Eris, Varuna, Haomea, Makemake e Orcus.
Plutone è stato dichiarato pianeta nano nel 2006 per le troppe differenze con gli altri pianeti.
Per prima cosa le sue dimensioni e la sua massa: troppo piccole, più simili a quelle di un grosso asteroide piuttosto che ad uno degli altri otto pianeti.
E poi la sua orbita assolutamente troppo inclinata: 17 gradi. Troppi, più del doppio di Mercurio che ce l’ha inclinata di 7 gradi.
Che vuol dire “orbita troppo inclinata?”
Tutti i pianeti girano intorno al Sole stando più o meno sullo stesso piano, ma nessuno sta sullo stesso piano della Terra.
Tutti girano intorno al Sole, tutti hanno il Sole come centro di gravità delle loro orbite ma ognuno ha la propria orbita diversamente inclinata rispetto alle altre.
Facciamo un esempio: prendete un’arancia e mettetela al centro del tavolo davanti a voi, quello è il Sole.
A fianco al sole mettete sul tavolo il tappo di una bottiglia di plastica, questo tappo rappresenta la Terra.
Il tavolo rappresenta il piano dell’orbita della Terra, su questo piano c’è soltanto il Sole al centro e la Terra che gli gira intorno, nient’altro.
Tutti gli altri pianeti hanno ciascuno la propria orbita, tutte le orbite hanno lo stesso centro: il Sole, ma nessuna orbita combacia con un’altra orbita.
Quindi, sul tavolo davanti a voi si svolge tutta intera l’orbita della Terra ma tutte le altre orbite si svolgono per metà sotto e per metà sopra il tavolo, in aria, in direzioni diverse e con angolazioni diverse, vicinissime al tavolo ma nessuna giace sul tavolo.
Dove il pianeta buca il tavolo andando da sotto a sopra, quello è il suo nodo ascendente, dove buca il tavolo mentre va da sopra a sotto quello è il nodo discendente.
Se per ogni orbita uniamo questi due punti, in mezzo troviamo sempre il Sole.
Se non avete capito nulla non vi preoccupate, è normale.
Capire con le parole fenomeni che avvengono nelle quattro dimensioni non è facile come non è facile spiegarli. Forse non avrei dovuto provarci ma la voglia è tanta.
Per questo ho costruito tanti strumenti per l’astronomia.
Quando le parole da sole non bastano per rendere godibile un fenomeno celeste, lì ci vuole la giusta strumentazione didattica.
Per i vedenti ci sono parecchi strumenti negli osservatori, nei planetari, ecc., ma per i ciechi penso di essere l’unica persona ad aver realizzato un parco strumenti per la tiflodidattica dell’astronomia così vasto e fruibile che è molto apprezzato anche dai vedenti e soprattutto nelle scuole dove maggiormente svolgo la attività didattica per hobby e per passione.
La settimana che quest’anno 2014 sarà dedicata tutta ai ciechi ed ipovedenti sarà dal 21 al 26 luglio e si chiamerà “Seminario di Astronomia per Ciechi ed Ipovedenti 2014”.
Non ci sarà solo l’astronomia, sarebbe una tortura passare una settimana intera a sentire sempre la stessa voce, sarà una settimana di vacanze completa di gite, visite ed uscite pomeridiane e serali.
Tra qualche giorno vi manderò il programma con tutti i dettagli necessari per fare l’iscrizione.
Solo otto partecipanti. Se le richieste fossero di più ripeteremo il seminario a settembre.
Un caro saluto a tutti,
Andrea Miccoli.